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Quattro atlete
tentano il suicidio,
una muore

Un dramma dai contorni misteriosi ha sconvolto un Centro nazionale di addestramento agli sport acquatici del Kerala (India meridionale) dove una giovane atleta di 17 anni e' morta ed altre tre sue coetanee sono ricoverate in gravi condizioni dopo aver messo in esecuzione un patto di suicidio. Il gesto sarebbe stato causato da "molestie" o addirittura "torture" subite da parte di uno o piu' allenatori. L'incidente, che ha "gelato" l'opinione pubblica indiana, e' avvenuto in un ostello della Authority degli Sport dell'India (Sai) dove le atlete, fra i 14 ed i 17 anni, erano alloggiate per seguire gli allenamenti a Alappuzha, localita' a 130 chilometri dalla capitale dello Stato, Trivandrum. Secondo una prima ricostruzione della vicenda, non reggendo piu' la tensione che le circondava, le ragazze si sono procurate una grande quantita' di velenosissimi frutti di 'Othalanga', una pianta della famiglia degli oleandri che cresce quasi solo in Kerala e nel vicino Sri Lanka, e che e' comunemente conosciuta sul posto come 'l'albero dei suicidi'. Dopo aver scritto e firmato un breve messaggio in cui hanno fatto riferimento in modo generico a maltrattamenti subiti da qualcuno per "futili ragioni", le quattro atlete hanno ingerito la micidiale frutta intorno alle tre del pomeriggio. E alcune ore dopo sono state ricoverate nel reparto di rianimazione di un ospedale in stato di incoscienza. Una di loro, di nome Aparna, che aveva partecipato a numerose gare a livello nazionale vincendo varie medaglie, non ha retto lo shock ed e' morta nella notte. E sono proprio i suoi famigliari ad aver lanciato le accuse piu' pesanti di "torture" nei confronti degli allenatori del Centro di addestramento. Un suo parente, che ha chiesto di non essere identificato, ha assicurato che "due giorni prima la ragazza era stata colpita dall'allenatore con un remo" e che per questo "non poteva mettersi seduta e neppure stare in piedi". Il personale del Centro di addestramento ha pero' respinto queste illazioni e cercato di minimizzare l'episodio sostenendo che si tratterebbe della conseguenza di un rimprovero formulato da un allenatore che avrebbe sorpreso le atlete "a consumare bevande alcoliche". Le autorita' sportive, a Delhi e in Kerala sono intervenute ordinando una inchiesta "mirante a fare chiarezza circa le accuse di torture". "Se un responsabile della Sai dovesse risultare implicato - ha detto il sottosegretario agli Affari giovanili e lo Sport del governo, Sarbananda Sonorwal - le azioni piu' severe verranno adottate contro di lui o di lei". Intanto i medici cercano in ogni modo di salvare la vita delle tre ragazze di 14, 15 e 17 anni. Il problema che i sanitari devono affrontare e' che per il veleno dell'Othalanga non si conosce alcun antidoto. Una volta entrato in circolo esso agisce bloccando i canali ionici del calcio che riforniscono il cuore, provocando gravissime aritmie. Per questo due delle tre ragazze si trovano ora in assistenza cardiaca meccanica. "Se tutto andra' bene - si sono limitati a dire i medici - fra due o tre giorni potremo dire che ce l'hanno fatta".

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