Nonostante sia stata sull'orlo del collasso fino allo scorso settembre, con oltre 400 casi a settimana, la Liberia è il primo paese dei tre più colpiti dall'epidemia di Ebola a ricevere lo status di 'virus free' da parte dell'Oms. La 'certificazione' è arrivata oggi, a 42 giorni dall'ultimo nuovo caso conosciuto, anche se la stessa agenzia ammonisce a non abbassare la guardia finchè anche negli altri paesi il virus non sarà debellato. Nei due mesi di picco dell'epidemia, ricorda il comunicato dell'Oms, la capitale è stata teatro di alcune delle scene più tragiche, con cancelli sbarrati nei centri di trattamento stracolmi, pazienti morti sui pavimenti degli ospedali, corpi lasciati per strada e non raccolti per giorni. Il paese era totalmente impreparato ad affrontare l'emergenza, con appena 51 medici per una popolazione di 4,5 milioni di persone all'arrivo del virus e gli ospedali a corto di personale e persino di guanti di protezione. ''A cambiare la situazione è stato la gestione militare da parte degli Usa - afferma Giuseppe Ippolito, direttore scietifico dell'ospedale Spallanzani di Roma -. La dichiarazione dell'Oms è molto importante, ma finchè non si arriverà a zero casi in tutti i paesi la vigilanza deve rimanere alta''. L'epidemia in Liberia si chiude con 10564 casi e 4716 morti. In queste ore la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf sta festeggiando per le strade della capitale Monrovia, abbracciando e facendo foto con gli operatori sanitari, la categoria che ha pagato il tributo più alto al virus con oltre 500 morti nei tre paesi più colpiti. Anche se l'epidemia sembra avviarsi alla fine, ammonisce anche l'ong Medici Senza Frontiere in un comunicato, non bisogna abbassare la guardia, rafforzando soprattutto la vigilanza ai confini per evitare che il virus possa rientrare nel paese. Nei vicini Sierra Leone e Guinea i contagi infatti continuano, anche se nell'ultimo bollettino dell'Oms era riportato il record negativo per l'ultima settimana con 18 nuovi casi nei due paesi. Una volta debellato il virus ovunque, ammoniscono diversi esperti mondiali in un numero speciale della rivista Lancet, bisognerà mettere mano alle numerose 'falle' nel sistema che dovrebbe garantire la sicurezza della salute globale evidenziate dall'epidemia, a partire dal ruolo dell'Oms che va rafforzato.