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Ucciso il numero due dell'Isis

Il numero due dello Stato Islamico, Abdul Rahman Mustafa Mohammed, conosciuto come Abu Alaa al-Afri, è stato ucciso in un raid della coalizione nel nord dell'Iraq. Lo riporta la BBC citando il ministero della Difesa iracheno.

Duro colpo per il califfato, nei mesi scorsi era stato ferito gravemente da un drone il leader al Baghdadi

Al-Afri si trovava all'interno della moschea di Tal Afar dove stava incontrando dozzine di militanti. Secondo quanto dichiarato da un portavoce del ministero della Difesa iracheno, Tahsin Ibrahim, anch'essi sono morti nel bombardamento. Al-Afri era stato indicato da diverse fonti - per quanto non in maniera del tutto esaustiva - come il leader pro-tempore del Califfato dopo che Abu Bakr al-Baghdadi è stato messo fuori combattimento lo scorso marzo da un raid della coalizione. La scorsa settimana - fa notare la BBC - il dipartimento di Stato americano ha istituito una taglia fino a 7 milioni di dollari per informazioni utili a trovare Al-Afri, identificato come Abdul Rahman Mustafa al-Qaduli.

Afri, braccio destro Baghdadi, doveva prenderne posto 
Abu Alaa al Afri, presunto numero due dello Stato islamico (Isis), ucciso in un raid nel nord dell'Iraq secondo quanto afferma oggi il governo iracheno, avrebbe dovuto assumere la guida dell'Isis in caso di morte o incapacità del 'califfo' Abu Bakr al Baghdadi. Iracheno, originario di una località a sud di Mosul, Abderrahman Mustafa, meglio noto come Abu Alaa al Afri, è un qaedista della generazione di Baghdadi e che si era fatto le ossa in Afghanistan sin dalla metà degli anni '90. Tornato in Iraq nei primi anni 2000 per contrastare l'occupazione anglo-americana, Afri aveva aderito all'ala qaedista irachena nel 2004, diventandone sei anni dopo uno dei leader locali più in vista. Secondo gli analisti, Afri negli ultimi mesi sembrava aver assunto un ruolo di primo piano anche grazie al suo forte carisma e alla doppia legittimità che gli viene dal fatto di essere iracheno e aver combattuto a fianco di Baghdadi.

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