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Il fratello del giovane ucciso accusa il padre

 Sarebbe stato il padre, il muratore Cosimo Crisafulli, 65 anni, e non il fratello della vittima Alessandro - come ipotizzato già dai primi istanti successivi al delitto -, ad uccidere con un solo colpo di fucile il figlio Roberto, di 32 anni. Lo stesso figlio Alessandro avrebbe tracciato questo scenario agli investigatori. Il movente scatenante del delitto, sarebbe stato dettato dall'ennesima crisi causata dall'uso eccessivo di alcool e fumo da parte della vittima che negli ultimi mesi rincasava quasi sempre ubriaco, minando con reazioni violente la consueta tranquillità familiare di padre e madre, ma anche del fratello Alessandro, il più piccolo di sei figli che con lo stesso Roberto abitava ancora nella casa dei genitori. Roberto, così come avveniva già da mesi, anche ieri - rincasato a notte fonda poco dopo le 2 “ubriaco” -, avrebbe trasformato in più riprese in un inferno il resto della nottata che si è conclusa tragicamente solo all'alba con un epilogo che nessuno avrebbe mai immaginato. Come in tutti i delitti consumati in ambito familiare l'esito non è mai scontato. Ieri sera, Alessandro Crisafulli, 28 anni, ha di certo stupito il sostituto procuratore Fabio Sozio che lo stava interrogando, assieme al capitano dei carabinieri Fabio Valletta e al luogotenente Rosario Previti.

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