La verità sull’omicidio del 32enne Roberto Crisafulli si potrebbe scoprire già domani. Nel carcere di Gazzi alle 9,30 si svolgerà l’udienza di convalida del fermo di Alessandro Crisafulli il 27enne che secondo gli inquirenti la notte fra giovedì e venerdì scorso avrebbe ucciso il fratello sparandogli un colpo di fucile. Il gip Danilo Maffa lo sentirà per capire cosa è accaduto quella notte nell’abitazione di via Oreto. Un omicidio che sembrava non presentare alcun mistero. All’arrivo dei Carabinieri gli stessi genitori hanno raccontato che era scoppiata una lite fra i due fratelli. Alessandro aveva preso le difese del padre che rimproverava a Roberto di rincasare spesso a notte fonda in preda ai fumi dell’alcol. La lite è poi degenerata finchè Alessandro ha imbracciato il fucile da caccia del padre ed ha sparato un solo colpo uccidendo il fratello. Quando i Militari sono giunti nell’appartamento, avvisati dalla madre dei due, hanno trovato Alessandro in stato di choc, Roberto agonizzante in una pozza di sangue (morirà poco dopo), il padre silenzioso isolato in un angolo della casa e la donna in lacrime. “Oggi ho perso due figli” ripeteva ossessivamente. Un quadro chiarissimo per i Carabinieri e per gli inquirenti ma nel pomeriggio è cambiato tutto dopo l’interrogatorio del sostituto procuratore Fabio Sozio. Il padre, Cosimo Crisafulli, 65 anni si è assunto la responsabilità dell’omicidio. Ha detto di aver preso il fucile da caccia per mettere paura a Roberto che continuava ad inveire verso Alessandro e che sarebbe partito accidentalmente un colpo che ha ucciso il figlio. Ma le versioni di marito e moglie e di Alessandro non coincidono del tutto. A questo punto importante ma non decisivo si rivelerà l’esame dello stub al quale sono stati sottoposti tutti i presenti nell’abitazione. E’ chiaro che se non dovesse essere rilevata presenza di polvere da sparo sulla pelle e sugli abiti di Cosimo Crisafulli questi dovrà essere automaticamente scagionato. Ma è anche possibile che le particelle siano potute finire sia sul padre che sul figlio minore. I Carabinieri,il procuratore capo di Barcellona Francesco Massara ed il sostituto Fabio Sozio per il momento non credono comunque alla versione di Cosimo Crisafulli il 65enne che per via dell’età andrebbe incontro ai benefici previsti dalla legge. Per loro si tratta di un tentativo di depistaggio per proteggere il più piccolo dei figli che avrebbe agito per difendere i genitori dall’ira di Roberto.
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