E’ durata più di un’ora l’udienza di convalida di Alessandro Crisafulli il 27enne che la notte fra giovedì e venerdì scorso avrebbe ucciso il fratello Roberto, 31 anni, sparandogli un colpo di fucile. Un’udienza drammatica durante la quale il giovane ha tentato in tutti i modi di ribadire la propria innocenza accusando del delitto il padre Cosimo. Una versione alla quale gli inquirenti continuano a non credere. Il sostituto procuratore di Barcellona, Fabio Sozio ha chiesto l’emissione di un ordine di custodia cautelare in carcere per il manovale 27enne. Il gip Danilo Maffa si riservato la decisione che probabilmente si conoscerà già domani. Il legale di Crisafulli, l’avvocato Tommaso Calderone che, in linea con il suo stile non ha voluto commentare i contenuti dell’udienza, ha chiesto la scarcerazione per il suo assistito. Il gip Maffa ha chiesto al giovane di ricostruire quanto accaduto la notte fra giovedì e venerdì e soprattutto come mai all’arrivo dei Carabinieri nell’abitazione di Oreto i genitori lo hanno indicato come responsabile dell’omicidio. Il manovale ha raccontato che da tempo i rapporti con Roberto erano tesi per quest’ultimo speso rincasava a notte fonda spesso ubriaco. Così è accaduto la notte dell’omicidio. Il 31enne ha litigato con i genitori al suo ritorno a casa intorno alle 3. La lite è ripresa la mattina alle 6. L’uomo ha aggredito il padre e poi la madre costringendola a barricarsi in bagno. A questo punto la prima versione e quella successiva fornita da Alessandro e dai suoi familiari divergono. Ai Carabinieri giunti sul posto raccontarono che Alessandro prese il fucile da caccia del padre e sparò un solo colpo uccidendo Roberto. Ma nell’interrogatorio reso nel pomeriggio al sostituto Fabio Sozio e confermato stamattina il 27enne raccontò che fu il padre ad imbracciare il fucile. Mentre Alessandro cercava di disarmarlo partì un colpo che raggiunse Roberto all’addome uccidendolo. Versione confermata dallo stesso genitore e dalla madre, la donna che per prima chiamò i Carabinieri dicendo che il figlio aveva ucciso il fratello durante una lite. Secondo gli inquirenti un tentativo di accusare il padre 65enne che per via dell’età otterrebbe i benefici previsti dalla legge. Ma, intanto, si attendono ancora gli esiti dello stub l’esame che accerta la presenza di polvere da sparo sugli abiti e sulla pelle e che potrebbe rivelarsi decisivo.
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