Martedì 26 Novembre 2024

Omicidio Crisafulli, il fratello resta in carcere ma...

Avrebbe sostenuto la versione impostagli dal padre. Un diktat in piena regola da parte di un padre padrone che in casa comandava tutti a bacchetta anche i figli ormai adulti. Si è difeso così sostenendo la tesi di una imposizione come tante che Cosimo Crisafulli, manovale di 65 anni faceva su moglie e figli. Ma non gli hanno creduto neanche questa volta e così ieri, dopo l’udienza di convalida che si è tenuta nel carcere di Gazzi il gip di Barcellona Danilo Maffa ha lasciato in carcere il ventottenne Alessandro Crisafulli, accusato dell’omicidio del fratello Roberto, di 32 anni, ucciso con una fucilata all’addome all’alba di venerdì scorso, dopo una notte di liti e discussione nell’abitazione di via Statale Oreto. Il giudice  ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dal procuratore Francesco Massara ma non ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria per mancanza del presupposto del “pericolo di fuga”.  Il difensore di Alessandro Crisafulli, l’avvocato Tommaso Calderone, convinto dell’innocenza del suo assistito, ha preannunciato ricorso al Tribunale del Riesame. Il giovane per il momento rimane in cella da dove continua ad accusare il padre. Sarebbe stato il genitore –ha spiegato ai giudici.- al culmine dell’ennesima lite col fratello Roberto che anche quella notte era rincasato ubriaco, ad imbracciare il fucile da caccia e ad esplodere un colpo che ha raggiunto il 31enne all’addome. Poi ha passato l’arma ad Alessandro dicendogli di assumersi  tutta la responsabilità del delitto perché lui doveva accudire la moglie affetta da una grave forma di diabete. Alessandro non ha battuto ciglio ed all’arrivo dei Carabinieri ha confermato la versione concordata con il padre.  Solo nell’interrogatorio di venerdì  pomeriggio il ventottenne ha deciso di raccontare tutta la verità, accusando dell’omicidio il padre. E lo stesso genitore ha confermato la tesi del figlio accollandosi la responsabilità dell’omicidio.  E ora dalla sua abitazione di Barcellona continua a gridare l’innocenza di Alessandro. 

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