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Uber, il tribunale
dà ragione ai tassisti

Il giudice civile di Milano ha accolto il ricorso dei tassisti contro Uber per il servizio Uber-pop. Il ricorso cautelare urgente contro l'app di Ncc, e in particolare per l'attivita' di trasporto passeggeri esercitata da privati cittadini iscritti, era stato presentato dalle organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria al Tribunale civile di Milano a meta' dello scorso mese per "ottenere l'immediato blocco in Italia del servizio Uber-pop".
 

Secondo la categoria dei tassiti, il servizio configurerebbe una "concorrenza sleale" e una "violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi e il trasporto pubblico non di linea". A quanto si apprende, dunque, il giudice civile di Milano ha accolto con sentenza odierna il ricorso e si profila quindi il blocco del servizio Uber-pop. Le organizzazioni sindacali e di categoria, locali e nazionali, dei tassisti e dei radiotaxi, assistite dai legali Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti e Alessandro Fabbi, avevano presentato un ricorso cautelare e urgente per chiedere l'oscuramento della 'app' Uber Pop, un servizio messo a disposizione della multinazionale americana Uber che consente a chiunque abbia un'auto e una patente da almeno tre anni di 'trasformarsi' in un tassista.

 


Il giudice della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, ha accolto il ricorso, disponendo con un provvedimento cautelare il blocco di Uber Pop e l'inibitoria della prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale. Codacons, il blocco e' un danno enorme per i consumatori La sentenza rappresenta secondo il Codacons un "danno enorme per gli utenti, perche' limita la concorrenza e riduce le possibilita' di scelta per i cittadini".

"E' impensabile che un Paese moderno possa essere privato di sistemi innovativi come Uber, che rispondono ad esigenze di mercato e sfruttano le nuove possibilita' introdotte dalla tecnologia - afferma il presidente Carlo Rienzi, in una nota - Cosi' facendo si finisce per produrre un duplice danno al consumatore finale: da un lato una minore scelta sul fronte del servizio, dall'altro tariffe piu' elevate per effetto della minore concorrenza".

"Cio' che serve, semmai, e' integrare Uber nel mercato italiano rendendolo conforme alle disposizioni vigenti, garantendo legalita' e sicurezza senza danneggiare gli altri operatori.
  Per tale motivo - prosegue Rienzi - rivolgiamo oggi un appello al Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, affinche' studi le misure necessarie a rendere pienamente legale Uber senza limitazioni medievali alla concorrenza". (AGI) 

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