I lavoratori di Ikea rispondono con 16 ore di sciopero alla scelta dell'azienda di annullare la contrattazione integrativa nei 21 punti vendita italiani. La protesta, decisa dal coordinamento unitario, sarà di otto ore a livello territoriale più otto a livello nazionale, si apprende dai sindacati. ''E' il primo sciopero dopo anni di relazioni costruttive - dice la segretaria nazionale Filcams Cgil Giuliana Mesina - ma la disdetta del contratto è il primo gesto del nuovo amministratore delegato, un gravissimo atto politico''.
La cancellazione senza preavviso dei contratti integrativi degli oltre 6 mila dipendenti italiani è arrivata nel momento in cui, secondo i sindacati, il negoziato entrava nel vivo dopo essere stato rinviato per consentire l'insediamento del nuove vertice aziendale (Belen Frau è stata nominata a.d. a fine febbraio). ''Si tratta di un atto incomprensibile e spropositato in quanto il negoziato è solo alle battute iniziali'', afferma il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell'Orefice, che conferma gli incontri già programmati per il 12 e 25 giugno. ''Auspico che anche per Ikea il riconoscere un congruo trattamento sia in termini economici che normativi a quanti con il proprio apporto quotidiano le consentono di affermare un'indiscussa leadership commerciale - ha concluso il sindacalista - sia un obiettivo da perseguire''.
Ikea risponde alla proclamazione dello sciopero spiegando che "crede che sia importante avere un dibattito costruttivo con i propri collaboratori e con i loro rappresentanti sindacali, al fine di creare buone condizioni lavorative e sociali che a loro volta rendano sostenibili le attività aziendali". Ma ritiene anche che la reazione dei sindacati sia "sproporzionata e intempestiva dal momento che il contratto integrativo continuerà ad essere applicato vista la prosecuzione delle trattative". Ikea Italia "ritiene necessaria una revisione dei contenuti dell'attuale Contratto Integrativo Aziendale (CIA) stipulato ormai 4 anni fa: il contesto economico degli ultimi anni è radicalmente mutato e impone di rivedere i contenuti del CIA per garantire un futuro solido e sostenibile a Ikea in Italia. In base a quanto previsto dall'attuale CIA il 30 Maggio costituiva il termine ultimo per dare disdetta, in assenza della quale, il rinnovo sarebbe stato automatico. Ecco perché, vista l'esperienza di oltre 25 anni di buone relazioni sindacali Ikea ha chiesto al sindacato di posticipare tale data di 2 mesi nella convinzione di arrivare ad un nuovo accordo entro breve attraverso un serrato calendario di incontri. Per questo la reazione ci sembra sproporzionata e intempestiva dal momento che il contratto integrativo continuerà ad essere applicato vista la prosecuzione delle trattative. Ikea ritiene necessario rivedere per il futuro i contenuti dell'attuale contrattazione e vuole lavorare insieme al sindacato per trovare soluzioni che assicurino a Ikea un futuro solido. Ikea vuole favorire lo sviluppo di un sistema di contrattazione informato e partecipativo ed ha presentato al sindacato un'analisi dettagliata sull'andamento economico di Ikea in Italia e dei disastrosi effetti della congiuntura economica sull'utile dell'azienda( già oggetto di confronto da oltre un anno), con l'obiettivo di lavorare insieme su alcuni temi, salvaguardando l'occupazione e migliorando le politiche sociali".
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