Se non fosse che qui si sta giocando, e pesantemente, sulla pelle di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, verrebbe da pensare che la vicenda del pagamento dei sussidi per la mobilità in deroga sia un tragico atto della commedia dell’assurdo e del grottesco. Sono mesi che si vive di promesse, di soluzioni apparentemente a portata di mano, e di inevitabili rinvii, stalli per il pagamento delle spettanze del 2014, per qualcuno con residui addirittura del 2013. La regione nell’aprile scorso ha deliberato 40 milioni di euro che si sono aggiunti ai 39 già trasferiti. Sta di fatto che ad oggi di pagamenti neanche l’ombra tant’è che i lavoratori, questa volta a Castrovillari, si sono incatenati davanti la sede dell’INPS. Ci piacerebbe che chi di dovere intervenisse chiaramente per dire come stanno effettivamente le cose. Se i soldi ci sono, come dovrebbe essere, dov’è l’inghippo. Se è vero che è colpa dell’INPS o se ci sono anche responsabilità regionali nelle procedure. Questo modo di procedere, un classico in questo paese, in questa regione, dove se il cittadino è debitore nessuna pietà se è creditore, non c’è fretta, è insopportabile perché ogni giorno che passa se per regioni o Istituto di previdenza conta poco, si tratta di numeri, non cosi per i lavoratori sottoposti ad un gravissimo stress psicologico oltre che ad una ingiusta privazione di un diritto sacrosanto che è quello al sussidio, ma anche ad un lavoro vero.
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