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Prete suicida
in parrocchia

Un parroco di Livorno, 54 anni, si è ucciso impiccandosi in una soffitta della parrocchia. Il corpo del sacerdote è stato trovato stamani, verso le 11.40, da una parrocchiana che ha immediatamente chiamato la polizia. Sul posto è intervenuta la squadra mobile con la scientifica e un'ambulanza del 118. Il pm, che ha già liberato la salma mettendola a disposizione dei familiari, ha disposto ulteriori indagini per risalire alle motivazioni del gesto. Non si esclude, infatti, che il sacerdote possa aver lasciato un biglietto. Il parroco da poco era stato trasferito in un'altra parrocchia. Un trasferimento che però non era stato ben accolto dal sacerdote né dai fedeli, che circa un mese fa avevano contestato vivacemente la decisione della diocesi annunciata durante una messa dal vicario del vescovo. A seguito della protesta dei parrocchiani il vescovo aveva inviato al sacerdote una lettera in cui lo invitava a lasciare la parrocchia entro il 30 di giugno, e contestualmente ad assumere l'incarico di parroco nella nuova destinazione, come concordato in precedenza con lo stesso sacerdote.

"Sono in soffitta, chiama il 118 non voglio che mi trovi così". Questo è l'ultimo messaggio che stamani, prima di togliersi la vita nella soffitta della sua abitazione attigua alla parrocchia, il sacerdote livornese suicida a 54 anni ha lasciato in un biglietto ad una parrocchiana che si doveva occupare di chiudere la chiesa. Il sacerdote avrebbe dovuto lasciare la sua parrocchia dopo averla condotta per 15 anni, per trasferirsi dal prossimo primo di luglio in un'altra, nel quartiere della Venezia. Un trasferimento che però non sembra avesse accettato serenamente, come raccontano i parrocchiani, anzi. Ad alcuni aveva confidato che le dimissioni gli erano state imposte già un anno fa, e lui le aveva firmate. Quello che contestava - raccontano ancora i parrocchiani - non era il trasferimento in sé, ma il metodo. "Aveva già cominciato a preparare tutti gli scatoloni per le sue cose - racconta una parrocchiana - cominciando a liberare così il suo appartamento, ma ieri non era lui. Era molto giù. Dopo la messa abbiamo provato a contattarlo più volte, ma dopo averci detto che non aveva voglia di uscire, non ha più risposto, poi ha spento il telefono". Alla notizia della morte del parroco, appresa questa mattina, il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, oggi impegnato a Bergamo con i responsabili dell'ufficio scuola della Diocesi, anche a nome del clero e di tutta la Chiesa livornese ha inviato un pensiero di cordoglio. "Con immenso dolore, il vescovo e il Consiglio episcopale storditi, e stupiti, piangono" la perdita del sacerdote. "Ora è nelle mani di Dio e quindi è in buone mani. Sono mani che conoscono la croce e la disperazione. A queste mani - scrive monsignor Giusti - affidiamo il nostro fratello sacerdote. Preghiamo per lui, per i suoi familiari, per la Chiesa tutta di Livorno".

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