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Tensione al sit-in
di Casapound

Momenti di tensione nel quartiere Boccea dove è in corso una manifestazione di Casapound, scesa in piazza insieme ai comitati dei cittadini dopo l'incidente mortale avvenuto mercoledì scorso in cui ha perso la vita una donna filippina. Le forze dell'ordine hanno allontanato con una carica un centinaio di manifestanti dei centri sociali che stavano contro-manifestando vicino la fermata della metro Battistini. Ai manifestanti 'antifascisti' era stato chiesto più volte di allontanarsi. 

'Basta campi rom' - 'Alcuni italiani non si arrendono'. Dietro questo striscione e con in mano tricolori Casapound è scesa in piazza oggi nel quartiere Boccea, dove mercoledì scorso una donna filippina è stata falciata da un'auto spinta a tutta velocità. Una protesta per chiedere "al Campidoglio di chiudere i campi rom". A manifestare davanti la stazione metro Battistini, vicino dove è accaduto l'incidente mortale, anche alcuni comitati di quartiere. E davanti l'ingresso della metropolitana è stato appeso lo striscione 'Basta, chiudiamo i campi rom' firmato Comitato Fenix 13. "Siamo qui a difendere il nostro popolo come abbiamo sempre fatto - spiegano dal megafono alcuni manifestanti - Non siamo razzisti, noi guardiamo la realtà. Non c'è bisogno di un fatto eclatante e si vede cosa fanno i rom. Questa giunta di sinistra non fa altro che proteggerli". A pochi metri di distanza e 'separati' da un cordone di forze dell'ordine alcuni manifestanti dei centri sociali stanno facendo una contro-protesta al grido "Siamo tutti antifascisti", "Fascisti carogne tornate nelle fogne". 

"Ero io al volante, dietro, in auto, c'erano mia moglie, mio fratello e mio padre". E' quanto ha raccontato al gip del tribunale dei minori il 17enne accusato di concorso in omicidio per la morte di una filippina e il ferimento di altre otto persone a Roma. Il giudice ha convalidato l'arresto ed emesso la misura cautelare nel carcere di Casal del Marmo. Il giovane, in base a quanto riferito dal suo difensore, l'avvocato Antonio Gugliotta, ha raccontato di non essersi fermato all'alt delle forze dell'ordine "perché spaventato e perché in una circostanza precedente era stato picchiato dalla polizia e pensava di prendere di nuovo delle botte perché non aveva patente e assicurazione".

La Procura contesta il reato di concorso in omicidio anche a Bahto H., il padre dei due ragazzi, di cui uno minorenne, fermati per l'incidente. E' fissato invece per domani l'interrogatorio di garanzia e l'udienza di convalida del fermo di Samuel H., il fratello di 19 anni accusato di concorso in omicidio per l'incidente. L'atto istruttorio si svolgerà nel carcere di Regina Coeli dove il giovane è detenuto dal primo giugno. "Probabilmente il mio assistito si avvarrà della facoltà di non rispondere", annuncia l'avvocato Carola Gugliotta. 

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