Una proposta "irrealistica", anzi "assurda", addirittura una "brutta sorpresa". Il premier Alexis Tsipras ha definitivamente affossato così, dal parlamento greco, il tentativo di compromesso messo sul tavolo mercoledì notte dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, rimangiandosi ancora una volta "l'accordo in vista" annunciato. Dopo avere anche fatto marcia indietro sui pagamenti al Fmi, rinviati, l'aria che si respira a Bruxelles sta tra lo sbigottimento e la sensazione che la misura sia colma: "un brutto segno" sia per i negoziati che per i mercati, che hanno subito colpito durissimi l'altalena di messaggi contraddittori del governo greco affondando le Borse, per prima quella di Atene che ha chiuso a quasi -5%. In un netto discorso anti-creditori, sulla scia delle posizioni dell'ala più radicale di Syriza davanti al Parlamento greco convocato d'urgenza, Tsipras ha chiesto a Commissione Ue, Bce e Fmi di "ritirare la proposta" che pure il mercoledì notte a Bruxelles aveva definito "una buona base" per arrivare a un accordo "molto vicino". Un testo che ancora oggi Bruxelles considera tale, ma che il premier greco, che deve tenere insieme partito e governo che rischiano di sfaldarsi tra falchi e colombe, ha bocciato senza speranza: "Il popolo greco ci dice: non abbandonate le vostre domande ragionevoli, non cedete alle richieste irragionevoli". Buttando sul piatto anche il tema tabù della ristrutturazione del debito, che finora non è mai entrato direttamente nei negoziati. Il premier greco ha chiesto di darvi "una soluzione definitiva, sia per la Grecia che per l'Europa". Eppure per Tsipras un accordo con i creditori resta tuttora "vicino come non mai". Una retorica però continuamente contraddetta dai fatti: mercoledì notte era stato ipotizzato un nuovo incontro Tsipras-Juncker per questa sera a Bruxelles, ma il premier greco ha preferito arringare il parlamento. La prossima finestra utile per un incontro con il presidente della Commissione Ue slitta così al prossimo mercoledì, a meno che Tsipras non si presenti a discutere ai margini del G7 a Elmau o della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. Più che altro il nodo, spiegano fonti Ue, resta "avere qualcosa su cui discutere". E i continui cambiamenti di idea di Tsipras, in particolare l'eclatante rinvio dei pagamenti al Fmi a fine mese, non fanno altro che aggiungere "tensione" ai negoziati e incertezza sui mercati. Anche se la Commissione ha rassicurato che la scelta di Atene "non mette in dubbio la sua capacità di onorare i debiti", Fitch ha avvertito che il rischio che la Grecia non paghi l'Fmi a fine mese è "reale", e lo stesso governatore della banca centrale di Atene, l'ex ministro delle finanze Yannis Stournaras, si è opposto alla scelta del governo. La misura sembra ormai colma, e i nervi cominciano a saltare: la cancelliera Angela Merkel sembra in rotta con il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble, che forse vedrà martedì a Berlino il collega greco Yanis Varoufakis. E persino il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz è sbottato in un "ne ho le scatole piene". Anche i mercati scontano questo clima: il tracollo della borsa di Atene ha portato giù anche le altre, con Milano a -2% e il tonfo dei titoli bancari Mps e Carige.