Lunedì 23 Dicembre 2024

Papa: Medjugorje?
I veggenti a orario
non sono fede cristiana

Solo tre giorni dopo aver annunciato che sono imminenti le sue decisioni sui fenomeni di Medjugorje, papa Francesco lancia un eloquente segnale su quale potrà essere il suo orientamento. E si può parlare di autentico scetticismo, se non di una vera e propria sconfessione dei veggenti. L'occasione è stata l'omelia della messa mattutina a Santa Marta, dedicata oggi all'"identità cristiana" e ai tanti pericoli di "annacquarla". Tra questi, il Papa ha elencato il caso di coloro "che sempre hanno bisogno di novità dell'identità cristiana" e hanno "dimenticato che sono stati scelti, unti", che "hanno dentro la garanzia dello Spirito", e cercano: "'Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna ci manderà alle 4 del pomeriggio?' Per esempio, no? E vivono di questo". Ma "questa non è identità cristiana - ha affermato -. L'ultima parola di Dio si chiama 'Gesù', non ce n'è un'altra!". Parole che arrivano come una sonora bocciatura sia dell'atteggiamento di chi vive la fede non con la forza interiore "dello Spirito" e con la propria "testimonianza", ma aggrappandosi ai presunti fenomeni soprannaturali, sia soprattutto di chi promette 'messaggi' mariani a cadenza fissa. Bergoglio non ha citato espressamente il caso dei sei veggenti di Medjugorje, ma l'esempio da lui fatto è inequivocabile. E non è la prima volta che ne parla in termini più che dubbiosi. Già nell'omelia del 14 novembre 2013, sempre a Santa Marta, ragionando sullo "spirito della curiosità mondana" che genera confusione e ci allontana dallo "Spirito della sapienza", a un certo punto aveva detto che la curiosità "ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure là; o ci fa dire: 'Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere dalla Madonna, messaggi dalla Madonna'". E aveva commentato: "Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni". E già allora l'antifona era stata chiara. La nuova uscita del Pontefice arriva dopo che sabato sera, sul volo di ritorno da Sarajevo, aveva risposto ai giornalisti che sui fenomeni di Medjugorje "siamo lì lì per prendere delle decisioni", mentre a breve, alla Congregazione della Dottrina della Fede è in programma una "feria quarta" (apposita riunione dei cardinali e vescovi) sulla base del lavoro fatto dalla Commissione di studio su Medjugorje istituita da Benedetto XVI nel 2010 e guidata dal cardinale Camillo Ruini, la cui relazione è stata consegnata a Francesco. "Hanno fatto un bel lavoro, un bel lavoro", ha sottolineato. Per il momento, in attesa del responso finale che spetterà al Papa, "si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescovi, ma sulle linee che si prenderanno". A questo punto, visto anche quanto detto da Bergoglio, tutto lascia pensare che la decisione sarà "negativa" e che non riconoscerà la soprannaturalità delle 'apparizioni'. Un aspetto diverso è quello del culto mariano presso il santuario della cittadina dell'Erzegovina, dove si cercherà comunque di non penalizzare la devozione popolare, vista anche la gran quantità di conversioni. In altre parole, Medjugorje non chiuderà, anche restando una realtà non riconosciuta dal magistero della Chiesa. Intanto, l'arcidiocesi di Modena-Nonantola spiega perché è stato annullato l'incontro del 20 giugno a Sestola con la veggente di Medjugorje, Vicka Ivankovic. "Agli organizzatori dell'evento si è ricordato, su sollecitazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, che fino ad ogni ulteriore disposizione da parte della Santa Sede ci si deve attenere a ciò che è stato stabilito dai vescovi dell'ex Jugoslavia nella Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991: 'Sulla base delle ricerche finora compiute non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni di natura soprannaturale', e pertanto non è consentito al clero e ai fedeli di nessuna Diocesi di partecipare a incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata la loro attendibilità".

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"Spesso ritroviamo in Italia una Fede stanca. Solo grazie a te, Papa Francesco, si sta muovendo qualcosa e per grazia di Dio i tuoi appelli hanno rinnovato la gioia per la Fede, una gioia che avevo visto solo a Medjugorje e che ora ha bisogno di avere una sua autonomia, un potenziamento dei francescani e un vescovo che si dedichi alle necessità di questo santuario". Così il giornalista Paolo Brosio commenta le parole del Santo Padre, che oggi nell'omelia a Santa Marta ha detto: "Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L'ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più". "A noi - prosegue Brosio al telefono all'ANSA e nella lunga lettera aperta pubblicata sul suo blog e indirizzata al Papa - interessa solo che Medjugorje venga riconosciuto come luogo di preghiera, santuario retto da un vescovo. Non da 11 frati che non possono più gestire 2/3 milioni di pellegrini. Sono 34 anni che lì sono in corso le apparizioni della Madonna - ricorda Brosio, che dice di aver sentito una voce femminile nel cuore il 2 febbraio 2009 che gli diceva di cambiare vita spingendolo a Medjugorje - e mentre noi parliamo la Madonna è apparsa di nuovo. Perchè solo Fatima o Lourdes? Le apparizioni a Medjugorje sono cominciate il 25 giugno (RPT giugno) 1981 e non sono ancora terminate. Ho visto con i miei occhi i miracoli di gente malata e guarita dopo aver assistito all'apparizione. Il vescovo che nell'81 parlò con i sei ragazzini a cui era apparsa la Vergine disse: "I bambini non possono mentire". La polizia di Tito fece arrestare il parroco (RPT parroco) assieme ai frati che proteggevano i sei veggenti. Fecero quattro anni di carcere duro. E da quel momento è normale che Medjugorje sia senza guida pastorale. Io sono andato in udienza dal Papa due mesi fa, perchè lui mi ha fatto chiamare sapendo che io ho scritto sei libri sulle apparizioni mariane e ho fatto 132 ore di tv su questi temi. Ora è arrivato il momento che la Chiesa prenda in mano questo luogo e protegga questa sorgente di spiritualità. Deve mandare un suo pastore. Il veggente è solo un postino". Conclude Brosio, "E' normale che le parole del Papa di oggi abbiano fatto il giro del mondo e tutti le abbiano collegate a Medjugorje. Ma anche se Papa Francesco non ha mai parlato di Medjugorje, ma di veggenti e di curiosità. Le sue parole non sono state bene interpretate. Lui ha ragione se parla di curiosità ma qui c'è in ballo il mittente che è la madonna, la Madre del figlio di Dio. Per questo ho deciso di scrivere una lettera aperta al mio amato pontefice che con tanto affetto mi ha accolto in udienza privata il 9 aprile scorso in Vaticano".

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