Potrebbe diventare una pronuncia che fa giurisprudenza, aprendo una maglia importante e clamorosa, quella del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo che ha ritenuto fondato il ricorso straordinario al presidente della Regione, presentato da un cittadino residente nel comune di Sant’Agata Militello, contro l’applicazione dell’imposta municipale unica. In virtù di tale parere, chiesto dall’ufficio legislativo regionale della presidenza, è giunta nei giorni scorsi al comune santagatese la notifica del provvedimento che annulla la delibera del consiglio comunale n. 74 del 2012 con la quale erano state approvate le aliquote Imu. Il ricorso è del 2013 e si basava sul principio di illegittimità dell’applicazione dell’Imu in Sicilia, sancito anche da una sentenza del 2012 con cui la Corte Costituzionale affermava il contrasto della norma con lo statuto autonomo siciliano. Nel parere, firmato dal presidente Claudio Zucchelli, dal segretario Giuseppe Chiofalo e dall’estensore Alessandro Corbino, il Cga ribadisce quindi che il successivo decreto legge “Salva Italia” del dicembre 2011, convertito nella legge 214/2011, anche questo contestato in via costituzionale, non va comunque a sanare la non applicabilità della delibera del consiglio comunale di Sant’Agata Militello impugnata dal ricorrente. Va da se che, di riflesso, tale decisione potrebbe creare un effetto domino. A tutti i comuni, infatti, potrebbe essere sottratta la possibilità di applicazione dell’imposta, proprio a causa dell’incostituzionalità della norma statale. La decisione potrebbe quindi avere effetti devastanti sulle casse comunali non solo del centro santagatese ma di tutti i comuni isolani, con conseguente possibilità di innesco di una serie di ricorsi a catena. Basti pensare che solo per il comune di Sant’Agata Militello, 13 mila abitanti circa, il gettito IMU ammonta a circa 2,5 milioni di euro annui e la sola ipotesi del venir meno dell’entrata più consistente del bilancio comunale porta a considerazioni disastrose sui potenziali effetti che potrebbero determinarsi per le già sofferenti casse comunali, destinate, senza appello, al dissesto finanziario.