
“Davide”. È ben impresso questo nome su un braccialetto rinvenuto nella campagne di Torano Castello, 30 chilometri e poco più a nord di Cosenza. Sei lettere incise che hanno fatto balzare i detective impegnati nelle ricerche di Davide Cozza, il barista sparito dalla circolazione quasi due anni fa. Del 46enne originario di Cellara –altro centro dell’hinterland cosentino posizionato però al polo opposto rispetto a Torano – se ne stanno occupando dall’ottobre del 2013 i carabinieri del colonnello Giuseppe Brancati, comandante provinciale dell’Arma. E gli sforzi investigativi non sono stati lesinati per capire cosa sia effettivamente accaduto a quell’uomo gioviale, stimato da amici e compaesani, senza ombre nel passato e dalla fedina penale immacolata. Un giallo che, in base a quanto finora emerso dall’inchiesta coordinata dal procuratore Dario Granieri e dai suoi sostituti Salvatore Di Maio e Paola Izzo, il ritrovamento del braccialetto non fa altro che infittire. Non è certo che il monile appartenga al 46enne, ma rimane pur sempre un indizio d’importanza capitale.
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