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Raid contro Al Qaida
forse morto Belmokhtar

Un raid senza precedenti in Libia,
che rappresenta una decisa escalation nella strategia Usa contro
il terrorismo. E che potrebbe aver colpito uno dei più celebri e
ricercati leader di Al Qaida: Mokhtar Belmokhtar, mente del
sanguinoso attacco all'impianto Amenas in Algeria
del 2013, che si concluse con una vera e propria strage: 35
ostaggi uccisi.
   Il condizionale è d'obbligo, in assenza di fonti ufficiali,
perché Mokhtar, come prima di lui altre primule rosse del
terrore, è stato più volte dato per morto. Per il momento il
Pentagono conferma il raid, condotto nella notte tra sabato e
domenica, conferma che l'obiettivo del bombardamento aereo era
"un terrorista associato ad al Qaida" che "rappresenta una
minaccia per gli interessi dell'America e dell'Occidente". Ma
non una parola sui dettagli dell'operazione e, soprattutto, sul
suo esito. "Stiamo valutando i risultati dell'intervento e
forniremo ulteriori informazioni al momento giusto", ha detto il
portavoce Steve Warren. 
   A parlare della morte del jihadista, responsabile di numerosi
attentati e rapimenti, è stato il governo libico riconosciuto
dalla comunità internazionale. Una lunga dichiarazione per
precisare innanzitutto che gli Usa non hanno agito in maniera
unilaterale: il governo era a conoscenza delle intenzioni di
Washington, si è trattato di un raid antiterrorismo
"concordato", e pertanto gli Usa erano autorizzati ad
intervenire contro i vertici di Al Qaida. Ma non solo,
l'operazione si è conclusa con successo: con l'uccisione cioè
della primula rossa Belmokhtar. 
   Sui dettagli dell'operazione regna al momento la confusione,
il leader di Al Qaida, secondo alcune fonti, sarebbe stato
sorpreso dai bombardamenti americani durante una riunione con i
suoi fedelissimi e insieme a lui sarebbero morte altre sei
persone. Altre fonti parlano di diversi raid, nei quali
avrebbero perso la vita decine di terroristi. Al momento dunque,
in attesa dei chiarimenti del Pentagono, non ci sono certezze
sui dettagli dei bombardamenti, così come su una morte troppe
volte annunciata (almeno quattro) anche ufficialmente. Quel che
è certo è il salto di qualità deciso dagli Usa che non
partecipavano a raid aerei in Libia dalle operazioni della nato
nel 2011 che portarono alla caduta del regime Gheddafi.

Un raid senza precedenti in Libia,che rappresenta una decisa escalation nella strategia Usa controil terrorismo. E che potrebbe aver colpito uno dei più celebri ericercati leader di Al Qaida: Mokhtar Belmokhtar, mente delsanguinoso attacco all'impianto Amenas in Algeriadel 2013, che si concluse con una vera e propria strage: 35ostaggi uccisi.   Il condizionale è d'obbligo, in assenza di fonti ufficiali,perché Mokhtar, come prima di lui altre primule rosse delterrore, è stato più volte dato per morto. Per il momento ilPentagono conferma il raid, condotto nella notte tra sabato edomenica, conferma che l'obiettivo del bombardamento aereo era"un terrorista associato ad al Qaida" che "rappresenta unaminaccia per gli interessi dell'America e dell'Occidente". Manon una parola sui dettagli dell'operazione e, soprattutto, sulsuo esito. "Stiamo valutando i risultati dell'intervento eforniremo ulteriori informazioni al momento giusto", ha detto ilportavoce Steve Warren.    A parlare della morte del jihadista, responsabile di numerosiattentati e rapimenti, è stato il governo libico riconosciutodalla comunità internazionale. Una lunga dichiarazione perprecisare innanzitutto che gli Usa non hanno agito in manieraunilaterale: il governo era a conoscenza delle intenzioni diWashington, si è trattato di un raid antiterrorismo"concordato", e pertanto gli Usa erano autorizzati adintervenire contro i vertici di Al Qaida. Ma non solo,l'operazione si è conclusa con successo: con l'uccisione cioèdella primula rossa Belmokhtar.    Sui dettagli dell'operazione regna al momento la confusione,il leader di Al Qaida, secondo alcune fonti, sarebbe statosorpreso dai bombardamenti americani durante una riunione con isuoi fedelissimi e insieme a lui sarebbero morte altre seipersone. Altre fonti parlano di diversi raid, nei qualiavrebbero perso la vita decine di terroristi. Al momento dunque,in attesa dei chiarimenti del Pentagono, non ci sono certezzesui dettagli dei bombardamenti, così come su una morte troppevolte annunciata (almeno quattro) anche ufficialmente. Quel cheè certo è il salto di qualità deciso dagli Usa che nonpartecipavano a raid aerei in Libia dalle operazioni della natonel 2011 che portarono alla caduta del regime Gheddafi.

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