TRAPANI, 15 GIU - La questura di Trapani ha eseguito il decreto del tribunale di Trapani per la confisca di beni per 26 milioni di euro all'imprenditore Michele Mazzara, di Paceco, 55 anni, condannato per favoreggiamento del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Secondo le indagini Mazzara da coltivatore in pochi anni è diventato un ricco imprenditore del settore agricolo, edile e alberghiero: a San Vito Lo Capo gestiva l'albergo Panoramic. Alle indagini patrimoniali ha partecipato la Guardia di Finanza.Il sequestro fa seguito all'esito esito degli accertamenti delegati al Centro Operativo Dia di Catania, diretto da Renato Panvino. Nel 2005 Brunno, ritenuto a capo del clan lentinese "Nardo", legato al gruppo Santapaola, fu condannato all'ergastolo dalla Corte di Assise di Appello di Catania per concorso nell' omicidio aggravato di Nicolò Agnello. Nel 2009, quando la condanna divenne definitiva, si rese irreperibile, rimanendo latitante fino al 2 ottobre scorso, quando fu arrestato a nord dell'isola di Malta. Il provvedimento di sequestro riguarda l'intero patrimonio riconducibile a Brunno, tra cui un appartamento a Carlentini (Siracusa) che risulta nella sua disponibilità nonostante risulti ancora intestato all'impresa costruttrice che lo ha realizzato. A ricostruire una chiara riconducibilità dell'appartamento al boss anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia: "L'appartamento dove abita ancora oggi la famiglia Brunno (a Carlentini, in zona Balate di Zacco) - ha detto - è tuttora intestato al costruttore …omissis…. Ma si tratta di un trucco finalizzato ad evitarne il sequestro da parte della magistratura; ciò mi è stato raccontato dallo stesso Brunno nel 2007-2008".