L’onda “arancione” che tra il 2012 e il 2013 conferì nuovo colore ai litorali politici del Messinese, consegnando il governo delle due principali cittàBarcellona e il capoluogo, ma per certi versi anche Milazzo, sebbene nel 2010a esponenti della società civile come Renato Accorinti e Maria Teresa Collica, e Carmelo Pino che vinse solo contro tutti, ha perso ogni spinta propulsiva. Sul Tirreno queste Amministrative segnano il ritorno della militanza politica pura, degli apparati partitici organizzati, dei leader con ruoli regionali e nazionali che sanno come muoversi e, qualcuno, sa anche risorgere come l’araba fenice: e poco importa se poi nelle liste non vi fossero i simboli ufficiali ma solo (illusioni) civiche. Loro, i colonnelli di una lunga gestione del potere, i professionisti della ricerca del consenso, c’erano tutti. E, complice un astensionismo da brividi, cartina di tornasole di una disaffezione senza ritorno, hanno trionfato. A Barcellona, dove la sfiduciata (a marzo) Maria Teresa Collica ha nel giorno del ballottaggio rispolverato quella maglietta con l’effige di Frida Kahlo (pittrice surrealista di origine messicana, più forte di ogni personale sventura che le cadde addosso nel corso della vita), che nel 2012 le aveva portato fortuna, è stata surclassata da Roberto Materia. Odontoiatra di successo sì, ma anche un politico puro, con curriculum di primo piano: assessore e poi presidente facente funzioni della Provincia, presidente dell’Esa. Storico militante della destra barcellonese via via trasformatasi per le mutazioni dettate dal berlusconismo, Materia, che nel sen. Mimmo Nania ha sempre avuto il suo grande punto di riferimento politico, è stato rilanciato nell’agone dall’on. Beppe Picciolo, leader in Sicilia del Dr, il vero trionfatore in provincia di queste elezioni. Picciolo ha prima fatto saltare il tavolo del centrosinistra, al quale era in un certo qualsenso ancorato, e poi costruito attorno a Materia una coalizione in cui destra e sinistra non erano più distinguibili, e forse per questo vincente: ancoratissima al territorio e desiderosa di riprendersi il potere. Fatto. A Milazzo, Carmelo Pino, transitato nel Pd dopo una lunga militanza nel centrodestra, ma non schierato dal Pd, anzi ostracizzato a più non posso, è stato spodestato da Giovanni Formica, avvocato schierato – questo sì – dal Partito democratico che non ha potuto celebrare primarie e sostenuto da Demoriformisti di Picciolo e centrosinistra nelle diverse declinazioni. Addirittura più di tremilaseicento i voti di scarto su Pino. Nei consigli comunali30 eletti a Barcellona e altrettanti a Milazzole maggioranza legate a Materia e Formica potranno contare su numeri rassicuranti (diciotto sostenitori) a scanso di ogni rischio di ribaltone in corso d’opera. Consumato il passaggio elettorale nei due più popolosi centri della provincia, nel Messinese ora si guarda al capoluogo: non è un mistero che gli apparati politici in servizio permanente effettivo vogliano riprendersi a tutti i costi Palazzo Zanca, anche se dovesse essere necessario organizzare un’ammucchiata “indigeribile”. Il popolo, si sa, ha poca memoria, l’astensionismo crescente dà una mano e quando l’asticella si abbassa diventa più facile per le segreterie politiche tagliare a braccia alzate il traguardo.