Mancano ormai pochi giorni al momento della verita'. Dal primo luglio, se non rimborsera' gli 1,6 miliardi di euro che deve al Fmi, la Grecia entrera' in default e la stessa Fmi non intende concedere nessun "periodo di grazia" ad Atene.
A quel punto cosa succedera'? Secondo gli esperti il default scatenera' forti turbolenze sui mercati finanziari, sulla cui entita', non essendoci storicamente nessun metro di confronto, gli analisti fanno fatica a pronunciarsi con sicurezza. Inevitabilmente il timore di una Grexit provochera' una corsa agli sportelli delle banche da parte dei risparmiatori greci (peraltro gia' iniziata) e le autorita' di Atene per frenare la fuga di capitali saranno costrette a introdurre forti controlli sui flussi finanziari bancari. Inoltre il default riguardera' sicuramente il mancato pagamento dei debiti all'Fmi, mentre non scattera' automaticamente sui prestiti dell'Eurozona alla Grecia.
L'altro punto interrogativo riguarda la liquidita' di emergenza per le banche greche (Ela) concessa dalla Bce, che di fatto costituisce l'unica vera fonte di entrate finanziarie su cui attualmente Atene puo' contare. In caso di default l'Eurotower potrebbe congelare o ridurre questo tetto sui prestiti di emergenza alle banche, oppure potrebbe rafforzare l'haircut e cioe' lo sconto che applica ai collaterali che le banche greche forniscono a garanzia dei prestiti. A luglio e ad agosto il governo di Atene dovra' rinnovare 6,8 miliardi di euro di bond in mano alla Bce. Inoltre dall'Unione europea potrebbero arrivare richieste a sospendere il pagamento dei fondi destinati alla Grecia, cosi' come potrebbe esserci la richiesta da parte di Atene di aiuti umanitari, non solo a Bruxelles, ma anche a Mosca e Pechino. Per finanziare le proprie attivita', in mancanza di finanziamenti dall'estero, il governo greco potrebbe decidere di introdurre una moneta parallela, magari reintroducendo la dracma, prefigurando l'uscita dall'euro.
Quel che e' certo e' che un simile evento innescherebbe una reazione a catena le cui conseguenze, complesse da prevedere anche in termini di dinamiche, darebbero, almeno nel breve periodo, il colpo di grazia a una Grecia gia' devastata da anni di sprechi prima e di austerita' poi.
Che un default possa innescare automaticamente anche una 'Grexit', dalle ripercussioni ancora piu' imprevedibili, e' difficile da valutare. Quel che e' certo e' che ne' a Bruxelles, ne' a Washington, ne' a Francoforte possono continuare a fingere che il problema non si ponga, come e' accaduto per lunghi e infruttuosi mesi.