Tradito dalla passione per la scrittura. Daniele Ughetto Piampaschet, aspirante romanziere della provincia torinese, oggi è stato condannato a 25 anni e sei mesi di carcere per omicidio: ha ucciso una donna (dice l'accusa) e ha raccontato la storia con dovizia di dettagli nei manoscritti trovati a casa sua. La sentenza è della Corte d'Assise d'appello di Torino, che ha clamorosamente ribaltato l'assoluzione sancita dai giudici di primo grado. Il delitto fu scoperto nel febbraio del 2012 quando il corpo senza vita di Anthonia Egbuna, prostituta nigeriana martoriata dalle coltellate, emerse dalle acque del Po a San Mauro Torinese. Un delitto che secondo gli inquirenti risaliva al novembre precedente. Con Anthonia, Ughetto aveva intrecciato una relazione sentimentale che era finita ma soltanto - giura l'imputato - per trasformarsi in un'amicizia sincera e profonda. "Le volevo bene - ha detto - e non avevo motivo di farle del male. Non ne sarei nemmeno stato capace". "Giustizia è fatta" ha commentato il procuratore generale Antonio Malagnino subito dopo la lettura del dispositivo. Il magistrato, insieme alla sua squadra di collaboratori, si è fatto in quattro per demolire l'impalcatura della sentenza di assoluzione, mettendo in fila gli indizi uno dopo l'altro: grande importanza, per esempio, è stata data all'analisi delle tracce informatiche lasciate dai telefonini nel giorno in cui la ragazza venne uccisa. Anche Malagnino, però, non ha potuto fare a meno di mettere l'accento sulla letteratura: a fine udienza, conversando con gli avvocati difensori, ha spiegato che a suo avviso "non si può credere alle troppe coincidenze di questa storia, compresa quella dei romanzi". Due sono i racconti rivelatori. Il primo si intitola "La rosa e il leone", dove sarebbero contenute delle anticipazioni del delitto. Il secondo è "Il braccialetto di corallo", proprio come quel braccialetto che Anthonia, secondo le sue coinquiline, portava al polso. "Sono innocente e questa sentenza tutela una banda di mafiosi", ha detto Piampaschet lasciando Palazzo di Giustizia. La sua tesi è che Anthonia sia stata uccisa da esponenti delle organizzazioni che sfruttano la prostituzione. "Presenteremo ricorso in Cassazione - annuncia l'avvocato Stefano Tizzani, sottolineando che "in quest'anno il mio cliente ha vissuto da uomo libero e ha dimostrato che non ci sono i presupposti per una custodia cautelare in carcere". Un anno in cui Ughetto ha fatto molto volontariato senza rinunciare a scrivere: fra le sue ultime cose, ha detto, c'è una "trasposizione in commedia della mia tragedia".
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