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Quel “nonno” troppo affettuoso

Violenza su donne

 Dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una minore, l’uomo denunciato dai carabinieri della Compagnia di Scalea, diretti dal capitano Alberto Pinto. Si tratta di un 67enne romano, in vacanza nella località tirrenica con la sua compagna e la nipote di quest’ultima, di 13 anni. Nelle prossime ore, l’interrogatorio potrebbe chiarire gli aspetti della vicenda, il cui fascicolo è finito nelle mani dell’Autorità giudiziaria. E se sul piano giuridico il quadro accusatorio dei carabinieri (anche in base alle testimonianze della ragazzina e dei messaggi inviati dalla ragazzina, per confidare a una compagna di scuola quei palpeggiamenti, quella presunta voglia del nonno acquisto di spogliarla e baciarla) procederà con l’interrogatorio, sul lato umano l’empatia supera tutto. Sentirà sul suo corpo quelle mani allungarsi sui seni pronunciati e sui fianchi; cercherà Anna (il nome è di fantasia) di cancellare la sensazione d’orrore e imbarazzo per quelle labbra che, pare, si sarebbero avvicinate alle sue. Proverà a dimenticare quei palpeggiamenti del nonno “acquisito” che hanno occupato il posto d’innocenti spruzzi d’acqua e risate. Sì, perché Anna credeva che quell’uomo, in villeggiatura con lei e la nonna, fosse uno di famiglia dal quale non occorreva coprirsi il volto per la paura e l’imbarazzo che si provano quando mani piene di rughe scivolano sulla pelle come un animale selvatico, che fanno capire che il convivente di tua nonna possa approfittarne. Tutto è iniziato mercoledì mattina. La nonna aveva deciso di scendere a mare, mentre il suo compagno e Anna sono rimasti a casa. All’improvviso il nonno acquisito, dopo aver fatto all’adolescente un discorso strano, avrebbe provato a baciarla e spogliarla, palpeggiandola più volte. È riuscita a respingere quelle avance, rifugiandosi in camera sua. Ma sapeva, la ragazzina, che l’anziano ci avrebbe riprovato. Anna ha preso il cellulare e cominciato a confidarsi con una compagna di scuola. Quei messaggi digitali hanno ridotto le distanze e fatto arrivare la richiesta d’aiuto dalla Calabria al Lazio. Giusto in tempo: la conversazione tra le due sarebbe stata interrotta dal ritorno nella stanza del nonno acquisito. Nel frattempo, l’amica ha chiamato i genitori di Anna che hanno allertato i carabinieri. Ma Anna non sapeva la via e il numero civico dell’appartamento. Per localizzarla, i militari hanno detto all’adolescente di chiamare il 112, lasciando la conversazione aperta, senza che l’anziano se n’accorgesse. Riusciti nell’intento, i carabinieri hanno raggiunto Anna.

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