L'Europa fa partire il conto alla rovescia per la Grecia: cinque giorni per trovare un accordo, oppure domenica un nuovo summit, questa volta a 28, metterà il sigillo sotto la sua dichiarazione di fallimento. L'Eurosummit del post-referendum non chiude la porta ad Atene ma usa toni molto duri, e dà scadenze 'definitive' al Governo greco, che vede rigettata sia la sua richiesta di finanziamento ponte che di alleggerimento del debito. I partner della zona euro non si fidano più di Tsipras e gli dettano l'agenda: entro giovedì dovrà presentare nuove proposte di riforme, dettagliate e da attuare subito, che saranno valutate dalla ex Troika e domenica da un nuovo Eurosummit. Ma oltre a un vertice dei 19, ci sarà anche una riunione a 28, perché la Grecia è ormai arrivata al capolinea e se non ci sarà un accordo bisognerà valutare le conseguenze per tutta l'Ue, e varare anche un piano di aiuti umanitari per sostenere i greci che dovranno affrontare il collasso delle banche. Fino a domenica ci penserà la Bce a tenerle a galla, ma dopo solo un'intesa con l'Ue potrà salvarle. "Non ho mai parlato di scadenze ma oggi dico che abbiamo solo cinque giorni per trovare l'accordo finale, tutti hanno responsabilità di trovare una soluzione", altrimenti le conseguenze comprendono "il fallimento della Grecia e delle sue banche", ha avvertito il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. A questo punto, i leader non accettano più di farsi dettare i tempi da Tsipras, soprattutto perché "dopo il referendum di domenica la posizione del primo ministro greco Alexis Tsipras forse si è rafforzata ma la libertà di manovra degli altri 18 Stati membri si è ridotta", ha detto la cancelliera Angela Merkel. Ovvero: non si può più dare credito e tempo al premier che ha 'tradito' la loro fiducia convocando un referendum a sorpresa. I leader sono duri e hanno deciso di lanciare il vero ultimatum: Il "clima non mi pare sia migliorato dopo il referendum, ha detto il premier Matteo Renzi spiegando che alcuni colleghi "sono stati più rigidi della volta scorsa". Ma restano disposti ad aspettare le mosse qualche altro giorno e a valutare la loro richiesta di nuovi aiuti. Però non ci sarà nessuna soluzione 'tampone': serve prima una "prospettiva a lungo termine, e quando questa sarà definita allora potremo parlare del breve periodo", ha detto la Merkel. Domani, quindi, i greci dovranno presentare la lettera ufficiale con cui chiedono assistenza finanziaria all'Esm, che sarà valutata da un Eurogruppo telefonico. La lista dettagliata di riforme deve invece arrivare entro giovedì, ma deve contenere qualcosa in più rispetto all'ultima offerta dei creditori, spiega la Merkel. In pratica sarebbe considerato un gesto di buona volontà se il Parlamento greco adottasse già nei prossimi giorni le prime misure, come ha spiegato il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan al termine dell'Eurogruppo di oggi che si è aggiornato a domani e che molto probabilmente sarà di nuovo riunito sabato per valutare le proposte greche prima dei leader. "La situazione è abbastanza grave e incerta", sintetizza la Merkel, spiegando che "la sfida sarà vedere se ci sono le condizioni per aprire i negoziati". "Domenica ci sarà la decisione finale e non posso escludere nessuna ipotesi", ha detto il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, spiegando che alla Commissione hanno preparato tre scenari: la Grexit, un piano di aiuti umanitari e un accordo. "Quello che preferisco è ovviamente il terzo", ha chiarito. Anche sul fronte del debito, che Tsipras continua a mettere sul tavolo, la chiusura è netta: "Stasera molti attorno al tavolo hanno detto che un haircut del debito greco non avrà luogo perché questo è vietato nell'euro zona", ha spiegato la Merkel che ha comunque rinviato la discussione a un secondo momento. "Prima di parlare di una ristrutturazione del debito, vediamo quel che la Grecia può fare", ha aggiunto. La questione greca non interessa solo l'Eurozona. Barack Obama, dopo aver parlato con Tsipras, ha chiamato la cancelliera Merkel per esprimerle la posizione degli Usa: la Grecia deve rimanere nell'Eurozona, ha detto il presidente. Ma in Europa non tutti, oggi, la pensano così.
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