Lunedì 23 Dicembre 2024

Lo sdegno di Alfano
e l'ira di Faraone

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha chiamato Lucia Borsellino per esprimerle "sdegno, affettuosa vicinanza e solidarietà per quelle parole che pesano in modo gravissimo e incancellabile sulla coscienza di chi le ha pronunciate". Alfano auspica che sia vero quanto affermato dal presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e cioè che non ha sentito la "irripetibile frase pronunciata dal suo medico". 

"Inevitabili dimissioni Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile. #Sicilia". Lo scrive su twitter il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, braccio destro di Renzi in Sicilia in merito all'intercettazione tra il medico Matteo Tutino e il governatore Rosario Crocetta. 

Hanno scatenato una bufera politica su Rosario Crocetta le frasi shock su Lucia Borsellino ("Va fermata, va fatta fuori. Come suo padre"), pronunciate dal medico Matteo Tutino durante una telefonata con il presidente della Regione. Voci indignate si levano non solo dall'opposizione, con il M5s che definisce Crocetta "come gli stragisti di via D'Amelio", e Sel che ne chiedono le dimissioni, ma anche dal Pd, con Fabrizio Ferrandelli che chiede al governatore di lasciare l'incarico entro il 19 luglio, giorno dell'anniversario della strage di via D'Amelio. La deputata democratica Gea Schirò propone di ritirare la fiducia al presidente perché, sostiene, quelle frasi "indignano per la gravità delle affermazioni e del silenzio di Crocetta alle affermazioni criminogene di Tutino". "Durante l'ultima direzione regionale siciliana del Pd - ricorda l'on. Schirò - Crocetta ha ritenuto di intrattenerci sulle liposuzioni effettuate e ha rivendicato di avere fatto di Lucia Borsellino, e della sua storia personale, la bandiera della sua candidatura. Ebbene, quelle parole non bastano più. È giunto il momento - insiste - di assumersi la responsabilità di togliere la fiducia a questo presidente che, se non disonesto, si è rivelato debole, chiacchierone e confusionario. Il Pd non può continuare a farsi carico di errori individuali e interessi di gruppo, deve pensare al bene del Paese". E Fabrizio Ferrandelli (Pd), vice presidente dell'Antimafia regionale aggiunge: "Crocetta, in direzione regionale, disse che se il suo partito gli avesse chiesto un passo indietro lui si sarebbe dimesso subito. Il passo indietro glielo chiedo io visto che questo Pd non glielo chiederà mai. Il mio è un ultimatum al presidente e al Partito Democratico: entro il 19 luglio Crocetta deve consegnare le sue dimissioni e già oggi il Pd deve uscire dalla giunta". L'ex ministro Saverio Romano (Fi) sostiene che le intercettazioni, "oltre a essere macabre e inquietanti, pongono un problema definitivo ai partiti e ai gruppi che sostengono il governatore". "Rimaniamo allibiti di fronte all'efferatezza e al violento cinismo emersi dalle parole pronunciate dal dottor Tutino nei confronti dell'allora assessore Borsellino" e "da questa vicenda emerge, con un fragore devastante, il gravissimo comportamento di Crocetta che rimane impassibile dinanzi a tanta malvagità", dice Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars. Per il coordinatore regionale di Ncd, Francesco Cascio, "tutte le forze politiche presenti all'Assemblea regionale, trasversalmente, oggi dovrebbero avere un sussulto di buon senso e responsabilità per capire che non è più possibile lasciare la Regione in mano a un presidente come Crocetta, poiché ormai non è solo più una questione di governo fallimentare, cosa che già sarebbe sufficiente, ma è una questione di dignità di tutti".(ANSA).

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