Venti indagati
per 7 morti sospette
di operai raffineria
Fra il 2006 ed il 2013 alla Raffineria di Milazzo si sono registrate le morti sospette di sette operai probabilmente dovute alla prolungata esposizione all’amianto. Dipendenti della Raffineria o di ditte dell’indotto deceduti dopo lunghe e terribili sofferenze. Per questi morti ora la Procura di Barcellona ha indagato venti persone fra direttori generali e legali rappresentanti dello stabilimento in carica fino al 2012. Omicidio colposo, lesioni e omissioni di cautele i reati ipotizzati. Lo scrive oggi la Gazzetta del Sud nell’articolo sulla chiusura delle indagini da parte dei sostituti Fabio Sozio e Federica Paiola. Una maxi inchiesta avviata nel 2012 quando 64 lavoratori della Raffineria e dell’indotto presentarono un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo. Il fascicolo per competenza fu poi dirottato alla Procura di Barcellona che ha proseguito le indagini sentendo lavoratori e dirigenti dell’industria petrolchimica ed acquisendo un’ampia documentazione. Ora la conclusione del primo step dell’inchiesta con l’invio degli avvisi di conclusione delle indagini. Un lungo elenco di direttori generali e legali rappresentanti fra i quali anche quelli di due ditte dell’indotto. A loro, nell’esposto, i lavoratori contestano di non aver applicato le norme di sicurezza a tutela della salute degli operai e non aver vigilato sui rischi da esposizione all’amianto. Così in sette anni sono morti sette lavoratori fra carpentieri, elettricisti, gruisti e metalmeccanici. Gli indagati ora potranno chiedere di essere sentiti, poi la Procura potrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio o eventualmente l’archiviazione. La chiusura indagini dell’inchiesta barcellonese giunge a quattro giorni dalla storica sentenza del tribunale di Milano che ha condannato undici ex dirigenti della Pirelli a pene fino a 7 anni e 8 mesi per la morte, negli stabilimenti milanesi, di diversi operai per esposizione all’amianto.