A Euclide il teorema proprio non torna. Armeggiando con lapis e squadretta, fatti i conti e tirate le somme, il triangolo (dell’economia greca) gli riesce sempre con quattro lati. Sgombriamo subito il campo da comprensibili stupori: non parliamo del grande matematico ellenico. Ci riferiamo a Euclides Tsakalotos, nuovo ministro delle Finanze di Atene, chiamato al capezzale della Grecia dopo le dimissioni del mandibolare Varoufakis, una via di mezzo tra la buonanima di Bucharin e quella un po’meno buona di Trotzki. Entrambi, detto fra parentesi, fatti ammazzare da “Baffone”(Stalin). Dunque, quel simpaticone di Tsipras, che meriterebbe il Nobel per il poker (se esistesse), in un mirabolante gioco delle parti, per tacitare la piazza, si è scelto come “ombrello”proprio Euclides, finora il vero ministro ombra. La pezza, a prima vista, è peggio del buco, perché Varoufakis passa per “keynesiano” (ma quando mai…), mentre Euclides è un duro e puro. Uno di quelli che pensano che l’impero sovietico si sia sgretolato per “errori di interpretazione”e non perché le ricette economiche erano scritte ai piani alti del manicomio. Come lo sappiamo? Il mondo è piccolo, pensate: io ed Euclides ci siamo quasi incrociati a Oxford, quando lui preparava il suo Phd (il dottorato) con Wlodzimierz Brus (ex consigliere di Gomulka nella Polonia comunista, scappato dai paradisi dell’Est a gambe levate), lo stesso professore che io incontravo regolarmente per i miei studi sul fallimento della pianificazione sovietica. Giudizio: Brus era un brav’uomo, un onesto studioso, espertissimo dei disastri economici provocati in Polonia dal marxismo. Ma di capitalismo, secondo me, non capiva granché. Brus comprendeva che il capitalismo è essenzialmente anarchia, ma pensava, ottimisticamente, di poterlo “regolare”, sottovalutandone i “cicli”. E invece il capitalismo si è rivelato una giungla dove molti riescono a mangiare a quattro ganasce e altri fanno la fame. Anche se una fame meno nera di quella che raccolgono, col coppo, i sognatori della pianificazione marxista. Oggi possiamo solo esprimere i più sinceri auguri a Euclides, tra ex compagni (in tutti i sensi) oxoniani. Sia “più morbido”e segua Tsipras, che ha dimostrato di essere un vero animale politico, senza mettersi di traverso. Lasci perdere la “riformabilità”di un becero statalismo a cui non crede più nemmeno l’ultimo dei maoisti e che è il vero alleato dei banchieri-sanguisuga e degli imbroglioni in doppio petto. Si concentri sulla necessità di individuare quello che non è riuscito a Brus: un capitalismo sociale, “dal volto umano”. Euclides, insomma, smettila di credere che possano esistere triangoli con quattro lati. E salva il Paese.