Venti anni fa quando è iniziato lo studio dei pianeti che si trovano al di fuori del sistema solare "non si pensava di potere vedere un pianeta come Kepler-452b, che sembra riprodurre in modo impressionante le caratteristiche della nostra Terra, ma vi assicuro che entro pochi mesi ne vedremo degli altri. Avremo altre opportunità". Ne è convinto il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, che a margine di un incontro a Expo ha commentato "con entusiasmo" la nuova scoperta resa nota dalla Nasa. A scoprire quello che è stato battezzato come il 'pianeta gemello' della Terra è stato un potente telescopio, Kepler, da cui il pianeta ha preso il nome. Grazie a questi potenti strumenti tecnologici oggi si scoprono centinaia di nuovi pianeti con caratteristiche diverse, "ce n'è per tutti i gusti - ha scherzato Battiston -. Ne è stato osservato uno, ad esempio, fatto di diamante. Ce ne sono quasi 4 mila che sono stati via via analizzati". Quello che conta è che "siamo finalmente arrivati ad un caso che assomiglia molto a quello del nostro sistema planetario - ha spiegato - con una stella grande come il Sole, con un pianeta grande come la Terra che in circa 385 giorni, poco più del nostro anno, e lo fa a una distanza corrispondente a quella tra la Terra e il Sole".
Secondo Battiston, i pianeti come la Terra "esistono di sicuro". "Sono pronto a scommettere che ne avremo una famiglia intera tra qualche mese o un anno. Quello su cui ci si interroga e che sembra ancora unico è la vita che riempie il nostro pianeta". Questa è la domanda a cui la scienza tenta di rispondere ed è il punto cruciale che affascina non solo gli scienziati. "Per il momento osserviamo Kepler-452b da lontano - ha detto -, ad una distanza di 1.400 anni luce. Per raggiungerlo le nostre sonde ci metterebbero dai 30 ai 40 milioni di anni".
Di questo parente stretto della Terra si osservano "alcune proprietà e mano a mano che gli strumenti si affinano riusciremo a capire di cosa è fatta la sua atmosfera, se c'è dell'ossigeno o tracce di molecole complesse". Intanto il confine tra scienza e fantascienza si fa più sottile e gli scienziati osservano oggi nella realtà quelle che fino a qualche anno fa erano solo ipotesi. Lo fanno grazie a strumenti sofisticati come Kepler.
"Riesce a catturare piccolissime variazioni di luminosità - ha spiegato Battiston - che corrispondono al passaggio di un pianeta davanti alla sua stella". Quando un pianeta passa davanti alla propria stella la offusca leggermente. Kepler riesce a cogliere quella variazione. "Stiamo espandendo enormemente la capacità di studiare gli esopianeti. L'obiettivo è quello di rispondere alla domanda delle domande, se la vita esista". La Terra ha 4,5 miliardi di anni "e sappiamo che la vita si è sviluppata solo negli ultimi 100 o 200 milioni. Forse noi stiamo osservando Kepler-452b nel tempo in cui la vita su di esso non è ancora esplosa".
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