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"Ci batteremo
per i marò"

Italia in prima linea nella lotta al terrorismo e contro l'"oscurantismo" dell'Isis e massimamente impegnata per riportare a casa i quattro tecnici italiani rapiti in Libia e anche per padre Paolo Dall'Oglio, sequestrato in Siria nel 2013. Il nostro Paese si batterà anche "con determinazione" per la soluzione della vicenda dei marò. Lo ribadisce il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel suo discorso alla conferenza XI conferenza degli Ambasciatori che oggi è domani vedrà impegnati 134 capi missione sul tema "Diplomazia per l'Italia".

Quello del terrorismo fondamentalista - ha detto il capo dello Stato - è "un fenomeno grave che va affrontato in modo giusto. Con fermezza e determinazione, respingendo le pulsioni islamofobiche". "L'Italia - ha evidenziato - è al fianco dei Paesi che, sull'altra sponda del Mediterraneo, sono in prima linea nella lotta contro l'oscurantismo e l'inciviltà".  "L'impegno italiano resta massimo" per ottenere la liberazione dei quattro tecnici italiani rapiti in Libia e anche per padre Paolo Dall'Oglio, sequestrato in Siria nel 2013.

"L'Italia - ha detto il capo dello Stato - è un Paese pronto a proteggere i propri cittadini e che intende continuare a battersi con determinazione" per la liberazione dei due marò. Sulla stessa linea il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. "Confermo l'impegno del governo per difendere le ragioni dei Marò Massimiliano Latore e Salvatore Girone nelle sedi internazionali che abbiamo deciso di attivare". 

"Aiutare chi chiede aiuto o salvare chi sta annegando è un dovere elementare" e le politiche dell'immigrazione europee "dovrebbero essere omogenee", ha detto poi il presidente della Repubblica.

"Dobbiamo liberare l'Europa dalla tenaglia che la stringe tra egoismi nazionali e sentimenti populisti", ha detto inoltre Mattarella, e l'Unione deve uscire da "una proiezione esclusivamente interna" che trascura "il proprio ruolo globale e le minacce esterne".  

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