Undici esponenti di vertice delle famiglie di Cosa Nostra trapanese e presunti favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro sono stati arrestati nell'operazione "Ermes" condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo.
Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti nelle province di Palermo e Trapani da personale delle Squadre Mobili delle due citta' con il coordinamento del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e la partecipazione del Ros dei carabinieri. I provvedimenti restrittivi riguardano i capi del mandamento di Mazara del Vallo e dei clan di Salemi, Santa Ninfa, Partanna, ritenuti feudi di Messina Denaro. L'indagine si collega alle "Golem I e II" e "Eden I e II", che avevano gia' colpito la rete di fiancheggiatori e parenti del latitante. Gli arresti eseguiti sono in tutto undici. Gli investigatori hanno colpito il sistema di comunicazioni di Matteo Messina Denaro, che come altri capimafia usava i 'pizzini' per dare ordine e gestire gli affari. Il centro di smistamento dei bigliettini era in un casolare nelle campagne di Mazara del Vallo. Dall'indagine Ermes che ha consentito di individuare undici presunti favoreggiatori del boss Messina Denaro, e' emersa una rete di protezione basata sui tradizionali pizzini.
Queste le persone arrestate nell'ambito della indagine Ermes, della polizia di Stato e del servizio centrale operativo, sui fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro: Giovanni Loretta, 42 anni, Leonardo Agueci, 27 anni, Pietro Giambalvo 77 anni, Vincenzo Giambalvo 38 anni, Giovanni Scimonelli 48 anni, Vito Gondola 77 anni, Giovanni Mattarella 49 anni, Michele Terranova 45 anni, Sergio Giglio 46 anni, Michele Gucciardi 61 anni e Ugo Di Leonardo, 73 anni. Gondola, Gucciardi, Scimonelli, i due Giambalvo, padre e figlio, Giglio, Di Leonardo e Terranova, sono indagati per associazione mafiosa, Mattarella, Agueci e Loretta per favoreggiamento aggravato dalla modalità mafiosa, per aver agevolato la latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro.
Queste le persone arrestate nell'ambito della indagine Ermes, della polizia di Stato e del servizio centrale operativo, sui fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro: Giovanni Loretta, 42 anni, Leonardo Agueci, 27 anni, Pietro Giambalvo 77 anni, Vincenzo Giambalvo 38 anni, Giovanni Scimonelli 48 anni, Vito Gondola 77 anni, Giovanni Mattarella 49 anni, Michele Terranova 45 anni, Sergio Giglio 46 anni, Michele Gucciardi 61 anni e Ugo Di Leonardo, 73 anni. Gondola, Gucciardi, Scimonelli, i due Giambalvo, padre e figlio, Giglio, Di Leonardo e Terranova, sono indagati per associazione mafiosa, Mattarella, Agueci e Loretta per favoreggiamento aggravato dalla modalità mafiosa, per aver agevolato la latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro.
"Sono grato a investigatori, forze dell'ordine e a tutti i rappresentanti dello Stato per il colpo inferto all'organizzazione mafiosa con la cattura di molti uomini del giro di Matteo Messina Denaro. Grazie a nome del Governo. E avanti tutta per andare finalmente a catturare anche il boss superlatitante. L'Italia c'è, tutta insieme e tutta unita contro la criminalità organizzata". Lo scrive su Facebook il premier Matteo Renzi commentando l'arresto di 11 fiancheggiatori del boss Denaro, avvenuto questa mattina.
"Matteo Messina Denaro è una sorta di parassita che non tiene conto dei legami familiari, ma usufruisce dei soldi che i componenti della sua famiglia e del clan possono fargli avere". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, intervenendo alla conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell'indagine che oggi ha portato all'arresto di undici fiancheggiatori del padrino latitante. Il magistrato, che ha coordinato l'inchiesta insieme ai pm Paolo Guido e Carlo Marzella, ha aggiunto: "Nonostante il territorio sia più che sorvegliato e da anni si susseguono operazioni, ancora non siamo riusciti a prendere il latitante. Questo può significare solo che gode di protezioni ad alto livello".
"Matteo Messina Denaro non sta sempre nel Trapanese, ma si sposta dalla Sicilia e anche dall'Italia". Lo ha detto, intervenendo alla conferenza stampa che ha illustrato i particolari dell'indagine che ha portato all'arresto di undici fiancheggiatori del capomafia latitante, il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato. "Quando sente stringersi attorno a lui il cerchio - ha spiegato - taglia i contatti con i fedelissimi finiti sotto indagine".