"Un altro colpo al numero chiuso: l'Italia 'torna' in Europa. Il test di ingresso in Romania, Francia o Spagna equivale a quello in Italia". Lo dice l'avvocato Santi Delia, commentando la sentenza del Cga (Consiglio di giustizia amministrativa, in Sicilia organo d'appello del Tar), secondo la quale il test d'ingresso per accedere ai corsi di laurea italiani non vale più del percorso di studi all'estero e che pertanto chi ha già avviato un corso possa proseguire in Italia, senza passare dallo 'sbarramento'. Santi Delia e il collega Michele Bonetti avevano curato il ricorso di alcuni studenti iscritti in atenei di altri paesi che volevano continuare gli studi in Italia, ma erano 'bloccati' dal test d'ingresso. Secondo il Cga la "disciplina dettata dall'art. 4 della legge n. 264/1999 è relativa esclusivamente alla materia della prima ammissione degli studenti agli studi in questione e non anche perciò di quella di coloro che già lo siano stati e chiedano ora di proseguirli producendo uno specifico curriculum studiorum, la cui esistenza &ndash se non è ovviamente prova, di per sé, di adeguata preparazione &ndash è prova tuttavia di una attitudine agli studi medici, almeno non diversa da quella verificata attraverso i test italiani di ammissione, calibrati come essi sono ad accertare tale attitudine sulla base della formazione conseguita negli studi secondari superiori". (ANSA).