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Il “Gallo” canta
e carica l’Italia
«Siamo forti, sognare si può»

di Paolo Cuomo

8-8-88. È la data di nascita di un predestinato, Danilo Gallinari, il più forte giocatore italiano di basket, che ieri ha compiuto 27 anni (è nato lo stesso giorno della leggenda del tennis Roger Federer, che di anni però ne ha sette in più).

Un compleanno festeggiato con torta e candeline, allenandosi con i compagni della Nazionale che a Trieste sta preparando i campionati Europei. Una rassegna internazionale che, per l’Italia, è la più elettrizzante degli ultimi 10-15 anni, cioé da quando arrivarono, più o meno in fila, l’oro agli Europei ’99, il bronzo nell’edizione continentale del 2003 e soprattutto l’incredibile argento alle Olimpiadi 2004. Già, i Giochi. La qualificazione rappresenta il massimo e gli azzurri sognano di (ri)conquistarla grazie ai canestri del “Gallo” e degli altri giocatori Nba, Marco Belinelli, Andrea Bargnani e Gigi Datome (che ha appena fatto il percorso inverso, firmando al Fenerbahce).

Danilo Gallinari, scelto nel draft del 2008 con il numero 6 dai New York Knicks di Mike D’Antoni e dal 2011 star a Denver, tornerà a vestire l’azzurro a distanza di tre anni, dopo aver “schiacciato” quella sfortuna che gli ha fatto perdere tutta la stagione 2013-14 (infortunio al ginocchio), proprio quando stava iniziando il suo decollo verso la gloria cestistica.

Il rientro con i Nuggets dopo la lunga inattività è stato brillante, un’annata da oltre 12 punti e quasi 4 rimbalzi di media. E lo scorso 11 aprile nel match contro i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki, terminato con il ko dopo due supplementari (143-144), ha firmato una clamorosa impresa realizzando 47 punti, suo massimo in carriera e record assoluto per un italiano nella Nba.

– Danilo, il ritorno in Nazionale dopo tanta sfortuna che gusto ha?

«Ha un buonissimo sapore, era davvero da tanto tempo che aspettavo di stare bene per potermi riunire in estate con la Nazionale. E adesso, finalmente, ci siamo tutti e possiamo sognare».

– Meno di un mese al debutto di Berlino: partiamo dal girone di qualificazione, con le avversarie che, Spagna in testa, sono tutte fortissime.

«Il nostro è sicuramente il gruppo più difficile dell’intero Europeo. Non abbiamo avuto fortuna nel sorteggio, ma d’altra parte se vogliamo arrivare a giocarci le medaglie e il “pass” per Rio 2016 dobbiamo incontrare e battere le Nazionali migliori».

– Per il podio e la qualificazione alle Olimpiadi, lei vede le “solite note” come avversarie – ovvero Francia, Spagna, Serbia e Lituania – oppure può scapparci la sorpresona.

«In realtà non prevedo grandi sorprese, le squadre più forti sono sempre le stesse, proprio quelle che negli ultimi dieci anni hanno chiuso l’Europeo stabilmente sul podio».

– È forse l'Italia più forte di sempre, assieme ai campioni continentali del 1999: sentite il peso di questa responsabilità?

«Non so se sia la più forte, ma certamente si tratta di una Nazionale potenzialmente molto competitiva, in grado di giocarsela alla pari con tutte. E, quindi, la palla adesso passa a noi, perché dobbiamo dimostrarlo sul campo. E spero veramente che da questa spedizione si possa tornare con un risultato molto positivo».

– La duttilità tattica e l'atipicità possono essere le vere “chiavi” dell'Italia per fare il salto di qualità?

«Ogni squadra ha pregi e difetti, noi abbiamo a disposizione tante soluzioni e facciamo soprattutto dell’atletismo la nostra forza».

– Considerato l'elevato livello dell’organico azzurro, non sarà facile per il ct Pianigiani scegliere i quattro compagni da escludere...

«Sarà difficile, certo, ma sono decisioni che tutte le estati spettano al coach. In ogni caso, chiunque sarà “tagliato” a ridosso dell’Europeo verrà idealmente con noi a Berlino. Giocheremo anche per loro, per ringraziarli del grande lavoro che abbiamo svolto in raduno».

– C'è un giocatore che non vede l'ora di affrontare?

«No, nessuno in particolare e con nessuna squadra ho una rivalità. Siamo soprattutto concentrati sulle nostre cose, perché in poche settimane dobbiamo trovare la chimica migliore per arrivare pronti alla prima partita».

– Lei torna a distanza di anni su un parquet europeo, dove il basket è ben diverso rispetto alla Nba. Quale modo di giocare (o anche guardare dal vivo o in tv) le piace di più?

«Si tratta di due tipi di pallacanestro differenti, ma mi piacciono molto tutti e due e non faccio grandi differenze. Guardo con piacere sia una finale della Nba che una di Eurolega».

– Una dozzina, anche più, di anni fa coach Gaetano Gebbia – lo scopritore di Manu Ginobili – mi disse: «C'è un ragazzo Under 14 che è un fenomeno, è il figlio di Vittorio Gallinari». Aveva proprio ragione, tutto è iniziato da lì...

«In effetti la mia prima esperienza in maglia azzurra risale al 2004, Europei giovanili in Grecia ad Amaliada. In panchina c’era proprio Gebbia, a lui mi legano solo ricordi molto piacevoli. Arrivammo al sesto posto e fu un esordio per me emozionante».

– Il nuovo contratto che lei ha appena firmato a Denver è da stella assoluta (prolungamento per altre due stagioni, sino al 2018, per complessivi 34 milioni di dollari, ndc). Ma non le sarebbe piaciuto, come Belinelli agli Spurs, giocare in una squadra che lotta per il titolo?

«A Denver mi trovo molto bene, mi piacciono la città, la franchigia e i tifosi. Vorrà dire che vincerò con i Nuggets...».

– In Serie A, Milano riparte da Jasmin Repesa dopo una grande delusione che per lei, da tifoso Olimpia, è stata parziale, visto il meraviglioso scudetto vinto a Sassari da cugino Jack De Vecchi: l'anno prossimo si ripeterà il duello al vertice?

«A mio avviso Milano è la favorita in vista della prossima stagione, resta la più forte e può tornare a vincere il tricolore».

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5-20 settembre

Berlino e poi Lille
La finale vale Rio

La 39. edizione di EuroBasket (5-20 settembre) doveva svolgersi in Ucraina, ma la guerra ha costretto all’annullamento. L’appuntamento, per quanto riguarda la prima fase, sarà così ospitato da quattro nazioni – Croazia, Francia, Germania e Lettonia – mentre la seconda fase (dal 12) si giocherà tutta a Lille.

L’Italia è inserita nel difficilissimo gruppo B ed a Berlino affronterà nell’ordine Turchia, Islanda, Spagna, Germania e Serbia. Si qualificano agli ottavi le prime quattro.

Gli Europei valgono anche come qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016: le due finaliste timbrano direttamente il “pass”, le altre quattro parteciperanno al torneo a 12 che porterà ai Giochi altre tre Nazionali.

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