Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Muri no, ma
saloon nemmeno

                                                                                                

di Lino Morgante

 Quanto tempo ancora l’Italia potrà far fronte al quotidiano arrivo di migliaia di migranti? Il modus operandi del governo Renzi non fa dormire sonni tranquilli: si avverte la mancanza, prima di tutto, di una strategia chiara e di comportamenti rigorosi. Non va mai negato asilo a uomini, donne e bambini che scappano dalla guerra? Principio sacrosanto, che non può essere messo in discussione. È proprio tenendo bene a mente questo “obbligo” morale, tuttavia, che i conti non tornano. Il premier e i suoi ministri, senza eccezioni, non hanno mai voluto distinguere fra l’aiuto a coloro che fuggono dalle faide tribali e religiose – che insanguinano in particolar modo il Nord Africa – e l’ospitalità, pagata dal contribuente, a quanti entrano in Italia alla ricerca di condizioni di vita migliori. Senza alcuna prospettiva di lavoro, visti i tempi. Perché accade? È il frutto della “fusione” tra il pensiero terzomondista e i princìpi della Chiesa. Certa sinistra rimane pur sempre a-nazionale e portatrice di generiche idee cosmopolite, poco conciliabili con l’interesse nazionale. È tanto “francescana” e così poco “laica” da non volere stabilire quanti e quali immigrati accettare: un modo di ragionare poco realistico che sta sgretolando il concetto stesso di limes e, conseguentemente, di Stato sovrano. Né va sottovalutato un risvolto assai inquietante dell’immigrazione... all’italiana: l’assenza di regole e di buonsenso ci mettono in pericolo e la jihad potrebbe arrivare a incendiare anche le nostre città. Il problema immigrazione è europeo, senza dubbio, ma l’ap - proccio italico, così come quello delle autorità greche, è fin troppo “elastico”. Basti guardare all’esiguo numero di rimpatri e alla gestione post sbarco, che tanto irrita i partner dell’Ue. Non ci piacciono i confini elettrificati, come quello tra Usa e Messico, inorridiamo se pensiamo al filo spinato che sta blindando l’Ungheria ma, con la stessa convinzione, critichiamo chi continua a mantenere del tutto spalancate le porte di casa nostra.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia