Lunedì 23 Dicembre 2024

Tania Cagnotto:
il podio olimpico
per il gran finale

di Paolo Cuomo

Tania Cagnotto forever. Chi ama lo sport vorrebbe che gli atleti che hanno segnato, con le loro imprese, la storia del nostro Paese non pensassero mai all’ultimo giro di valzer, sempre più forti del tempo che passa e delle motivazioni. Invece per la trentenne bolzanina, simbolo azzurro dei tuffi come lo sono stati Klaus Dibiasi e papà Giorgio, la clessidra già scorre: tra un anno, al termine della quinta partecipazione alle Olimpiadi, dirà basta a carpiati, avvitamenti e trampolini. Dopo i trionfali Mondiali di Kazan (un oro e due bronzi), l’eterna ragazzina delle Fiamme Gialle è pronta a vivere gli undici mesi che la separano da Rio in “gioiosa apnea”. Tensione al massimo, la solita tenacia, ma anche la necessaria leggerezza dell’essere per una lunga passerella verso quella che ci piace definire come la “serata di gala” della sua irripetibile carriera. Certo, la voglia di spaccare il mondo sarà enorme perché a Londra 2012 sembrava fatta per il bronzo, invece dopo l’ultima serie di salti da tre metri si ritrovò a 20 beffardi centesimi dalla messicana Laura Sánchez, roba mai vista a questi livelli. Il podio olimpico, per due/terzi sempre monopolizzato dalle cinesi, è l’unico alloro che le manca. Ma come ha sottolineato, con buona dose di filosofia, a proposito delle sue imbattibili avversarie: «Si allenano 14 ore al giorno da quando hanno quattro anni, non vanno a scuola, vengono sostituite alla prima prestazione negativa e non hanno una vita privata: è giusto che almeno vincano, o no?».

Tania Cagnotto assieme al fidanzato Stefano Parolin e ad un gruppo di cari amici sta trascorrendo, ormai da due settimane, le sue vacanze tra Calabria e le Isole Eolie. Barca a vela, mare ed escursioni godendo di ogni attimo. Prima Isola Capo Rizzuto e la sua incantevole Le Castella, poi l’incontaminata Filicudi, la scalata dello Stromboli e il divertimento di Panarea e adesso un periodo di relax nelle acque cristalline di Tropea.

– È un onore averla qui da “noi” da così tanti giorni.

 «E non credo che si potesse fare altrimenti. L’Italia è un paese meraviglioso tutto da scoprire, specialmente alcuni luoghi che non sono molto sponsorizzati ma che sono unici, veri patrimoni dell’umanità». 

– Quante emozioni nel più bel Mondiale della sua carriera: è arrivato l'oro e il sogno si è realizzato.

«È stata una soddisfazione incredibile. Le lacrime che ho versato stavolta erano di pura ed incontenibile gioia! Non dimenticherò mai l’appuntamento iridato in Russia, avrà sempre un posto speciale nel mio cuore». 

– In quella infinita attesa prima di conoscere il risultato della cinese da un metro e di assistere al salto-flop della canadese da tre metri le sarà passata davanti tutta una vita: troppe beffe, troppi centesimi maledetti. Stavolta la fortuna è “girata”!

«La dea della fortuna è bendata e non sai mai dove girerà. Ma in queste competizioni ed a questi livelli è una componente essenziale. Troppe volte mi è mancata, ma forse è valsa la pena “aspettarla”. Nei tuffi conta anche essere pronti e allenati mentalmente per cogliere l'occasione». 

– Il vero capolavoro, probabilmente, è stato quello di ripartire con la massima forza dopo grandi amarezze. Come si fa? 

«Si dice che ciò che non ti uccide ti fortifica. Dalle delusioni, a volte, si impara quasi più che dalle vittorie. Io ho imparato dai miei errori, sono cresciuta sia come sportiva che come donna e ogni esperienza che ho fatto mi ha portato fin qui, sul tetto del mondo. Finalmente!».

– Primatista assoluta agli Europei, dieci (medaglie) e lode ai Mondiali: le manca soltanto il podio alle Olimpiadi per un finale magico!

«Prima parlavamo di fortuna, adesso ci metterei in mezzo pure un po’ di scaramanzia. Scherzi a parte, voglio arrivare alle Olimpiadi al top della forma e giocarmi tutte le chance al massimo delle mie possibilità, per non avere nessun rimpianto. Poi, solitamente, ciò che deve arrivare, molto spesso arriva».

– Federica Pellegrini sembra in pole per il prestigioso ruolo di portabandiera a Rio 2016. Ma lei un pensierino per sfilare davanti a tutto lo squadrone azzurro lo farà?

«Sarebbe un grande onore e motivo di orgoglio portare la bandiera del nostro Paese in una competizione come le Olimpiadi. Chissà, magari riuscirò a chiudere la mia carriera realizzando anche questo sogno...»

– Lei e papà Giorgio: allenatore, consigliere, idolo, amico. E cos'altro?

«Un riferimento costante, il punto fermo al quale mi posso affidare ogni volta che ne ho bisogno».

– In uno sport che in Italia è non proprio facile da praticare, brilla il Sud con la scuola di Cosenza, che ha già prodotto un grande talento come Giovanni Tocci ed ancora Laura Bilotta e Alessandro De Rose (grandi altezze).

«È vero, il movimento sta crescendo in tutta Italia e Cosenza ne è la dimostrazione. Ma, purtroppo, devo constatare che le strutture dove praticare i tuffi continuano a mancare».

– Amici/amiche veri nello sport? 

«Ce ne sono, eccome! Con molti di loro ti capita di crescere e di fare tutte le esperienze insieme. Lo sport avvicina le persone e i rapporti che si stringono, molto spesso, sono indissolubili».

– A parte, immaginiamo, l’americano Greg Louganis (il più grande tuffatore di tutti i tempi, ndr), lei ha altri idoli?

«Antonio Rossi, tre volte oro olimpico nella canoa e il tuffatore russo Dimitri Sautin (a cui la bolzanina ha strappato il record di podi agli Europei, ndr)»

– Cosa farà da grande Tania Cagnotto? Il matrimonio e i figli con Stefano, e poi? Si “ritirerà” a vita privata, tutta casa e famiglia modello Deborah Compagnoni, altra leggenda dello sport azzurro, oppure proverà a rimanere sotto le luci dei riflettori?

«Una via di mezzo penso sia possibile. Mi piacerebbe rimanere a contatto con il mondo dei tuffi, magari nel mio Sudtirol e sotto una veste diversa. Non credo che il fatto di avere una famiglia possa pregiudicare questa mia idea».

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La scheda

Primatista assoluta agli Europei, 10 volte sul podio iridato

Tania Cagnotto, 30 anni bolzanina, è figlia d’arte: papà Giorgio e mamma Carmen Casteiner sono stati ottimi tuffatori. Il primo alloro sulla scena internazionale lo ha conquistato nel 2002 agli Europei di Berlino. Il suo palmares è impressionante: 25 podi continentali, con 17 titoli e le triplette nel 2009 e 2015; dieci le medaglie ai Mondiali, con l’oro tanto agognato arrivato nel trampolino da 1 metro nella recente edizione di Kazan. Alle Olimpiadi quattro partecipazioni, ma solo due sfortunati quarti posti.

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