Via libera del consiglio comunale all’aumento della tariffe della tassa di soggiorno. Si tratta di un’ulteriore impennata prevista a partire dal 1. gennaio 2016 e votata per fare quadrare il bilancio in vista dell’esame finale del piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti. La delibera di aumento è stata esitata col voto di 8 consiglieri: gli esponenti di maggioranza Antonio D’Aveni, Vittorio Sabato, Rosy Sterantino, Gaetano Carella, Franco Pizzolo, Carmelo Leonardi, Antonio Lo Monaco ed il consigliere di opposizione Eugenio Raneri. Nel dettaglio la tassa negli hotel 4 stelle passa da 2 euro a 3 euro e nei 5 stelle raddoppia: da 2,50 euro a 5 euro. Su tutte le furie l’opposizione che ha abbandonato l’aula e gli albergatori, che si dicono «stanchi, amareggiati e incazzati». «Il Consiglio comunale di Taormina –si legge in una nota a firma di Sebastiano De Luca, presidente di Confindustria Alberghi e Turismo, e Italo Mennella, presidente dell’Associazione Albergatori Taormina – ha approvato l’aumento della tassa di soggiorno, mentre altri Comuni più ravveduti e responsablli l’hanno abolita, come Lipari e la costiera Amalfitana e tanti altri. Sette consiglieri, più uno, su 20, con Raneri che ha consentito col suo voto determinante, di fare passare l’approvazione dell’odioso e dannoso balzello, contro il parere degli operatori turistici: una sparuta squadra minoritaria e miope non ha tenuto conto delle conseguenze nefaste che tale decisione comporterà. L’imposta graverà sui bilanci delle imprese, ormai al collasso. La pressione fiscale, con tali aumenti sfiorerà così il 76%. Questa ulteriore mazzata è arrivata dopo che le strutture ricettive hanno firmato i contratti con i Tour operator per il 2016. Quei pochi consiglieri, per salvare le loro poltrone e un apparato pubblico improduttivo, hanno voluto penalizzare l’unico settore produttivo, sano e trainante dell’economia della città: il turismo! Siamo stanchi di subire decisioni prese dall’alto, senza la minima e dovuta concertazione». Secondo i rappresentanti degli imprenditori «la tassa, per oltre 4,5 milioni, è servita e servirà a sanare le già asfittiche casse del Comune: faremo una dura e determinata opposizione in tutte le sedi opportune e non faremo sconti a nessuno. Gli imprenditori delle strutture ricettive, attenendosi rigidamente alle leggi esistenti ed ai regolamenti attuativi faranno gli esattori per riscuotere, mentre i clienti/turisti da sostituti d’imposta dovrebbero versare le relative somme dovute. Gli eventuali introiti derivanti dalla imposta non saranno certi né esigibili, poiché i clienti potrebbero rifiutarsi di pagare, innestando centinaia di contenziosi con l’Amministrazione. Non condividendo, pertanto, questa arbitraria ed unilaterale decisione, gli albergatori tutti, hanno già presentato un esposto alla Procura generale della Corte dei Conti».