di Leonardo Orlando
Nuova bufera giudiziaria sui vertici di TirrenoAmbiente. Nel mirino della magistratura l’affidamento senza il ricorso all’evidenza pubblica – trattandosi di società a partecipazione pubblica –, alla “Osmon spa” di Borgo Vercelli, di cui sono soci gli stessi ex amministratori della società mista, dello smaltimento dei liquami di percolato prodotti quotidianamente dalla putrefazione dei rifiuti conferiti nella discarica di Mazzarrà.
La Procura di Vercelli, infatti, a seguito di indagini ordinate dalla Procura di Barcellona e svolte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza del Comando provinciale di Messina, ha fatto notificare quattro avvisi di garanzia in cui si ipotizza il reato di abuso d'ufficio, a conclusione delle indagini, ad altrettanti ex amministratori che si sono succeduti ai vertici della società mista TirrenoAmbiente.
Gli indagati che hanno ricevuto l’atto con cui il sostituto della Procura di Vercelli Ezio Basso contesta il reato di abuso d'ufficio, sono: l’ex presidente del Cda di TirrenoAmbiente, Antonio “Antonello” Crisafulli; gli ex amministratori delegati, Giuseppino “Pino” Innocenti, l'ex senatore di Fi Lorenzo Piccioni e il cognato Giuseppe Antonioli, nella sua qualità di amministratore delegato della società “Osmon spa”, successivamente nominato Ad della TirrenoAmbiente. Gli ex amministratori, difesi dagli avv. Tommaso Calderone del foro di Barcellona, Federico Brocca, Renzo Inghilleri e Massimo Mussato dei fori di Novara e Vercelli, avranno adesso 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati.
Ulteriori informazioni e dettagli nell'edizione in edicola della Gazzetta del Sud di oggi (domenica 13 settembre).