Il Comune di Taormina in dissesto. Lo ha decretato ieri pomeriggio la Corte dei conti, al termine dell'udienza a Palermo nella quale era in discussione il Piano di riequilibrio presentato dall’Amministrazione taorminese per evitare lo scenario finanziario più cupo. E invece quello scenario si è materializzato, stroncando le speranze degli amministratori della Perla dello Jonio. «Sono molto rattristato e certamente preoccupato di quanto deciso dalla Corte dei conti – ha detto il sindaco Eligio Giardina a commento del pronunciamento negativo dell'organo di controllo –. Questo dissesto certifica 25 anni di cattiva gestione a Taormina. Dovremo aspettare adesso di leggere le motivazioni e vedere con attenzione il perché di questo verdetto, che riteniamo ingiusto per tutto quello che si stava facendo per riequilibrare i conti. Il dissesto mortifica Taormina e i taorminesi. Verificheremo se sarà possibile fare ricorso e se potremo opporci a questa decisione. Non vi è dubbio che negli ultimi cinque anni era stato prodotto un azzeramento totale o quasi dei debiti fuori bilancio e la situazione era stata praticamente incanalata sul binario delle condizioni ideali per il risanamento. Evidentemente, ciò non è bastato perché troppo pesanti erano i danni inerenti tutti gli anni precedenti». «Ad ogni modo – aggiunge Giardina – ora più che mai è il momento di mettere da parte i personalismi e le polemiche, bisogna unire le forze e fare quadrato. Alla luce di quanto sta avvenendo, non possono esserci maggioranze e minoranze, deve esistere soltanto l'interesse di Taormina. Rimarrò alla guida della città e sarò presente più di prima per far uscire la città da questo tunnel». Il Comune aveva presentato un piano di riequilibrio decennale di debiti complessivi per 13 milioni di euro. I motivi che hanno indotto la Corte dei conti a dichiarare il dissesto sono, a quanto pare, riconducibili ai contenziosi: problemi atavici che l'ente locale si trascina da circa 30 anni. E sarebbero stati decisivi, in tal senso, il Lodo Impregilo e un'altra causa sugli espropri dei terreni della piscina comunale, che risalgono entrambi agli anni Ottanta. Il contenzioso milionario con Imprepar-Impregilo, è stato avviato dalla società che realizzò i parcheggi pubblici (Lumbi e Porta Catania) a Taormina e che ha avanzato in vari Tribunali istanza di 23 milioni di danni al Comune di Taormina, mentre a sua volta l’ente locale ha chiesto 39 milioni di danni a seguito del collaudo definitivo dei posteggi. In primo e secondo grado Impregilo ebbe la meglio. Poi, la Corte di Cassazione, nel filone giudiziario principale di questa complessa contesa, ha rimandato tutto alla Corte d'appello di Messina, dove la vicenda è pendente. Quato alla piscina, un privato ha intimato a Palazzo dei Giurati la richiesta di pagamento di 5 milioni 358mila euro.
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