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Secco no all’Edipower per l’Inceneritore

 Ieri è stata scritta un'altra pagina della storia ambientalista del territorio. Speriamo che non ci pensi qualcuno a cancellarla. Sindaci del comprensorio, associazioni, professionisti, famiglie e giovani, tutti insieme ad Archi per dire “No all'inceneritore” che dovrebbe sostituire la centrale termoelettrica. Un impianto da 510.000 tonnellate di spazzatura l’anno, uno dei più grandi d'Europa, che potrebbe immettere diossine, metalli pesanti, nanopolveri, furani e pcb, in un territorio già pesantemente “contaminato”. Oltre 3.000 persone sono scese in strada per ribadire il loro dissenso a qualsiasi nuovo insediamento industriale ricordando anche l’anniversario dell’incendio al serbatoio della Raffineria del 27 settembre 2014. In prima fila i sindaci con tanto di fascia tricolore. E crediamo che una volta tanto non si potrà parlare di passerella politica, in quanto la volontà di non far bruciare immondizia è stata espressa in maniera chiara e netta davanti a tutti. Presenti gli amministratori di Milazzo, Santa Lucia del Mela, Pace del Mela, San Pier Niceto, Furnari, Monforte e Saponara mentre si è notata l’assenza del sindaco di San Filippo del Mela, Pasquale Aliprandi. Ha partecipato al corteo anche il sindaco di Messina, Renato Accorinti, che si è dichiarato vicino a questo territorio dove «stanno accadendo cose gravissime». Il corteo, pacifico, è partito nel primo pomeriggio dalla piazza centrale di Archi, è giunto sino al piazzale antistante la centrale Edipower per poi tornare alla chiesa parrocchiale. Tanti i giovani che in prima persona si sono spesi per la causa. Dai ragazzi del “Pinelli” di Messina agli studenti del liceo “Impallomeni” di Milazzo, fino ad una decina di bambini che, in prima fila, insieme ai sindaci, hanno mostrato i disegni della Valle come loro la immaginano. La questione ambientale, fino ad un anno fa appannaggio dei movimenti ambientalisti, sembra insomma sia arrivata fra la popolazione che, adesso, intende far sentire la propria voce sulle decisioni che riguardano la salute e lo sviluppo del proprio territorio, non cedendo più al ricatto occupazionale. Niente deleghe in bianco né compromessi. Il primo dei sindaci a rompere il silenzio sul palco a fine corteo è stato Giovanni Formica (Milazzo) che, a nome di tutti gli altri colleghi, ha così annunciato: «Inizia oggi un nuovo percorso che investe direttamente i municipi. Non diciamo solo no all’inceneritore. Noi chiediamo le bonifiche ed un nuovo piano di sviluppo che guardi all’agricoltura e al turismo come occasioni di nuovo impiego». Il sindaco Antonino Campo da parte sua ha ribadito che tutti i sindaci devono dare seguito a quanto deliberato dai rispettivi consigli comunali. A fianco dell’inarrestabile padre Peppe Trifirò, un altro parroco, padre Paolo Impalà, di Santa Lucia del Mela, oltre alle associazioni ambientaliste Adasc, No Css, Alsa, Zero Waste, Legambiente. Della delegazione politica nazionale c’erano Alessio Villarosa del M5S che ha annunciato azioni legali presso gli organi di giustizia europea, e i senatori Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella di “L’Altra Europa”. A margine, ma non troppo, della manifestazione, l’ennesima emergenza ambientale, data una grossa nube di smog che per diverse ore è stata visibile anche dall’autostrada. Non è stato possibile individuare la fonte, dopo che in tarda serata la Raffineria ha ufficialmente smentito l’ipotesi di una qualsiasi anomalia ai propri impianti. Sull’accaduto il gruppo del Pdr ha sollecitato un riscontro dell’Arpa e «la massima chiarezza visto che tali criticità si stanno ripetendo con troppa frequenza».

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