Mercoledì 27 Novembre 2024

Dieci morti al campus
Obama: basta armi

L'ennesima strage in un campus universitario americano. Stavolta è il turno dell'Umpqua Community College a Rosenburg, in Oregon, dove al termine di una sparatoria si contano a terra 10 morti, oltre a una ventina di feriti, di cui alcuni in gravi condizioni. Quasi tutte le vitime sono studenti, colti di sorpresa mentre stavano facendo lezione in classe.

E' Chris Harper Mercer l'autore della strage all'Umpqua Community College in Oregon. Aveva 26 anni. Lo riferiscono diversi media americani. A quanto si apprende il giovane non era uno studente dell'istituto.  Al momento della sparatoria indossava una camicia scura e jeans. Aveva con sè tre pistole e almeno un fucile, oltre ad una grande quantità di munizioni. Secondo alcune fonti aveva anche un giubbotto antiproiettile, ma non è chiaro se lo indossasse al momento della sparatoria. A quanto si apprende il giovane viveva nella stessa zona dell'Umpqua Community College e abitava in un appartamento, probabilmente con la madre.

Stando alle prime testimonianze raccolte, prima di aprire il fuoco il killer avrebbe chiesto agli studenti di alzarsi in piedi e dire quale fosse la loro religione. Alcuni media Usa riferiscono che da profili su social network legati a un indirizzo e-mail fatto risalire a Chris Harper Mercer il giovane si professava "conservatore repubblicano" e respingeva le "religioni organizzate". Mentre in un profilo MYSpace comparirebbe una sua foto con un'arma e immagini propagandistiche pro Ira.

Per loro nessuno scampo. Il killer - un ragazzo  è entrato classe per classe. Ogni volta - secondo una prima ricostruzione - ha fatto alzare in piedi le persone all'interno chiedendo loro di che religione fossero. "Ha chiesto loro se fossero cristiani. Se la risposta era sì, gli sparava alla testa, se era no, gli sparava alle gambe", ha raccontato una ragazza. L'omicida è quindi rimasto a sua volta ucciso nel corso dello scontro a fuoco ingaggiato con gli agenti di polizia intervenuti tempestivamente sul posto.

Altrimenti la tragedia avrebbe potuto assumere dimensioni ancora più drammatiche, visto che il killer aveva con se' quattro pistole. Secondo quanto riferito dalla polizia, non è ancora noto il movente del gesto.

Una studentessa su Twitter: 'Oh mio Dio, stanno sparando. 

Non si sa se il giovane assassino soffrisse di disturbi mentali. E - riferiscono alcune fonti investigative - al momento sarebbe esclusa ogni ipotesi di terrorismo. Di sicuro c'è che ci si trova ancora una volta di fronte a una tragedia annunciata, visto che il giovane assasino avrebbe annunciato ieri sul web il suo piano.

Tra l'altro postando su Twitter un messaggio: "Domani non andate a scuola". Un copione purtroppo già visto in molti altri casi. Così l'America fa ancora una volta i conti con l'impressionante scia di sangue provocata nel corso degli anni di tanti assassinii di massa: dal massacro della Columbine School a quello del campus di Virginia Tech, dalla strage di bambini della Sandy Hook Elementary School alla carneficina nel cinema di Aurora.

Il dolore di Obama - "Possiamo fare qualcosa per cambiare le cose, ma non posso farlo da solo. Spero di non dover tornare di nuovo qui nel mio mandato da presidente a fare le condoglianze. Ma, basandomi sulle mie esperienze, non posso garantirlo". Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, in diretta tv visibilmente scosso e commosso dopo la sparatoria nell'Oregon. "Di fronte questi episodi che si ripetono le preghiere non bastano", ha detto il presidente, sottolineando come "ancora una volta le vite di famiglie sono cambiate per sempre". "Siamo l'unico Paese moderno al mondo che vede questo tipo di sparatoria quasi ogni mese. Sono diventati una routine". Non ci sono leggi sufficienti sul controllo delle armi. Siamo tutti collettivamente responsabili per questo tipo di tragedie. Gli Usa sono l'unico Paese avanzato dove non e' possibile varare una legge di buon senso sulle armi da fuoco, come vorrebbe la maggioranza degli americani", ha concluso. (ANSA)

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