Comitato di cittadini:
"Adesso diciamo basta
a interventi tampone"
LETOJANNI - Intervengono i residenti sulla frana A18 e sulle conseguenze che hanno portato allo sgombero di alcune abitazioni. Sulla questione si è costituito un comitato di cittadini, il "Comitato Pro Andreana". "Dopo aver preso atto della decisione del Comune di chiudere la Contrada che da un ventennio noi del Comitato Pro Andreana curiamo ripuliamo e nella quale quando serve interveniamo con ruspe e mezzi per renderla praticabile da tutti i 300 abitanti tra proprietari locatari e promissari del Residence - si legge in una nota del Comitato -, ci sentiamo per l'ennesima volta (dopo quella del fallimento del giugno 1992 e dopo l'abbandono della ditta che aveva acquisito il 60%
delle quote per chiudere il concordato fallimentare nel Gennaio 2013), colpiti dalle autorità che anziché prodigarsi per mettere la strada in sicurezza (unico vero reale problema poiché le palazzine sono assolutamente agibili escludendo la palazzina 7, prospiciente ad un area a rischio), si stanno occupando della questione più facile: la chiusura di un residence dove il maltempo di questi giorni non ha cambiato nulla, escludendo qualche caduta massi su abitazioni del tutto disabitate e dove il resto dei fabbricati sono a tutt'oggi nelle medesime condizioni di 20 anni fa. Chiaramente va dato ampio merito alle parole del sindaco Alessandro Costa che vorrebbe la sicurezza dei suoi concittadini e con questo gesto vuole dare un segno di forza a chi in questi anni è rimasto a guardare, a chi in questi 23 anni ha atteso che il fallimento da 300 milioni arrivasse a toccare i 3 miliardi di vecchie lire. Noi del Comitato, in questi ultimi anni anche grazie all'aiuto dell'attuale Amministrazione e di Costa, siamo riusciti a dare una dignità al Residence anche con le piccole pulizie dei due lati della strada il rifacimento della condotta idrica e la riqualificazione di alcune aree che erano abbandonate e nel degrado, che purtroppo nel periodo estivo riaffiora, grazie all'inciviltà dei soliti "ignoti" che lasciano spazzatura ovunque e danneggiamenti di ogni genere. Ora noi tutti chiediamo all'Amministrazione di agire non contro alle famiglie che abitano la contrada e che la curano e cercano con i propri fondi di renderla vivibile". "Chiudere la strada o reiterare azioni che le passate Amministrazioni hanno già applicato come "atti di sgombero" e blocchi stradali - continua la nota - non risolve il problema, anzi lo amplifica perché chiudere significa prorogare all'infinito l'inizio dei cantieri per la messa in sicurezza. C'è chi è residente e non ha alcun altro luogo dove andare. Questa chiusura è un ulteriore aiuto alle ditte che dovrebbero intervenire, ai proprietari terrieri ed un ulteriore schiaffo a chi pagò il suo immobile integralmente e da 20 non ne può usufruire in maniera completa, perché ci sono residenti che in questi anni hanno dovuto impegnarsi di tasca per migliorare la propria casa e le condizioni delle palazzine e della strada. Speriamo vivamente che queste frane annunciate e attese servano a prendere coscienza della disastrosa situazione della collina Letojannese dovuta ad anni di abbandono e superficialità da parte delle istituzioni e dei privati. Sono trascorsi 25 anni e nulla è stato fatto,oggi in comune ci sono i progetti per intervenire e soprattutto lo stato di Calamità che venerdì scorso si è venuto a creare con 130 mm di pioggia ha dato inizio a tutti questi violenti smottamenti conclusi con la frana di Silemi che ha paralizzato l'intera Sicilia Orientale. Se continuiamo a chiudere strade corsie autostradali strade statali provinciali e rattoppare l'asfalto le buche così come meglio si può "stiamo curando il diabete con le aspirine" non arriveremo a nulla ed a pagare saranno sempre i ceti meno abbienti, Troviamo i fondi per intervenire a prescindere se l'intervento è pubblico o privato. Intervenire è una questione di salvaguardia dell'incolumità dei cittadini che pagano le tasse e hanno speso i loro risparmi per vivere in questo luogo meraviglioso".
I residenti di Letojanni prendono posizione sulla frana dell'A18 e sulle conseguenze che hanno portato allo sgombero di alcune abitazioni. Sulla questione si è costituito un comitato di cittadini, il "Comitato Pro Andreana". "Dopo aver preso atto della decisione del Comune di chiudere la Contrada che da un ventennio noi del Comitato Pro Andreana curiamo ripuliamo e nella quale quando serve interveniamo con ruspe e mezzi per renderla praticabile da tutti i 300 abitanti tra proprietari locatari e promissari del Residence - si legge in una nota del Comitato -, ci sentiamo per l'ennesima volta colpiti dalle autorità che anziché prodigarsi per mettere la strada in sicurezza, si stanno occupando della questione più facile: la chiusura di un residence dove il maltempo di questi giorni non ha cambiato nulla, escludendo qualche caduta massi su abitazioni del tutto disabitate e dove il resto dei fabbricati sono a tutt'oggi nelle medesime condizioni di 20 anni fa. Chiaramente va dato ampio merito alle parole del sindaco Alessandro Costa che vorrebbe la sicurezza dei suoi concittadini e con questo gesto vuole dare un segno di forza a chi in questi anni è rimasto a guardare, a chi in questi 23 anni ha atteso che il fallimento da 300 milioni arrivasse a toccare i 3 miliardi di vecchie lire".
E ancora: "Chiudere la strada o reiterare azioni che le passate Amministrazioni hanno già applicato come "atti di sgombero" e blocchi stradali - continua la nota - non risolve il problema, anzi lo amplifica perché chiudere significa prorogare all'infinito l'inizio dei cantieri per la messa in sicurezza. C'è chi è residente e non ha alcun altro luogo dove andare. Questa chiusura è un ulteriore aiuto alle ditte che dovrebbero intervenire, ai proprietari terrieri ed un ulteriore schiaffo a chi pagò il suo immobile integralmente e da 20 non ne può usufruire in maniera completa, perché ci sono residenti che in questi anni hanno dovuto impegnarsi di tasca per migliorare la propria casa e le condizioni delle palazzine e della strada. Speriamo vivamente che queste frane annunciate e attese servano a prendere coscienza della disastrosa situazione della collina Letojannese dovuta ad anni di abbandono e superficialità da parte delle istituzioni e dei privati. Sono trascorsi 25 anni e nulla è stato fatto. Intervenire è una questione di salvaguardia dell'incolumità dei cittadini che pagano le tasse e hanno speso i loro risparmi per vivere in questo luogo meraviglioso". (e.c.)