Si accendono i riflettori della Procura di Barcellona sul disastro provocato dall'alluvione del 10 ottobre in particolare a Barcellona e Milazzo. Da oggi c'è un fascicolo di accertamento preliminare aperto dal procuratore capo Emanuele Crescenti e dal sostituto Federica Paiola. Un'inchiesta al momento contro ignoti che servirà nell'immediato ad accertare eventuali responsabilità per quanto accaduto in particolare in contrada Calderà a Barcellona e nella zona di Bastione a Milazzo. Sotto la lente d'ingrandimento della Procura soprattutto il torrente Mela la cui esondazione ha provocato la maggior parte dei danni e l'evacuazione di circa 150 persone dalle loro case invase dal fango. Ci sarà da scoprire come mai gli argini del torrente in alcuni punti abbiano ceduto favorendo la fuoriuscita delle acque dal greto. Altro punto interrogativo sul quale dovrà indagare la Procura barcellonese le procedure con cui sono state autorizzate le sanatorie di villette costruite a ridosso del Mela senza alcuna concessione e le lottizzazioni di quelle costruite in seguito. Perchè la mano dell'uomo negli anni ha notevolmente contribuito a rendere il territorio non solo fragile ma addirittura ad altissimo rischio. Di tutto ciò si stanno occupando in questi giorni le forze di Polizia che stanno incessantemente operando sul territorio martoriato dall'alluvione. Carabinieri e Guardia di Finanza, che stanno eseguendo anche controlli antisciacallaggio, Polizia, Corpo Forestale e Vigili del Fuoco invieranno le rispettive relazioni al procuratore capoCrescenti che nei prossimi giorni convocherà attorno a un tavolo i singoli dirigenti per fare il punto della situazione. Se dovessero emergere profili di responsabilità scatteranno le prime iscrizioni nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di disastro colposo. Per il momento nessuna delle aree colpite dall'alluvione è stata posta sotto sequestro. Una scelta precisa da parte della procura per evitare di bloccare i lavori di bonifica già avviati.