Venerdì 22 Novembre 2024

La nuova rete ospedaliera bocciata dal governo Renzi

 La nuova mappa della rete ospedaliera è stata impallinata dal governo Renzi che così stronca un’altra riforma strategica dell'esecutivo Crocetta. I Ministeri della Salute e dell'Economia hanno notificato alla Regione il “papello”di osservazioni che di fatto svuota il piano siciliano, firmato dall'ex assessore Lucia Borsellino e approvato nel gennaio del 2015. Il documento che sconfessa la riforma mina le fondamenta della nuova rete ospedaliera. E le 5000 assunzioni sbandierate al ritmo di fanfare diventano cenere. Secondo i due Ministeri, confortati dall'analisi critica dell'Agenas (l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che ha accolto la Borsellino dopo le dimissioni dal governo Crocetta ndr), «il Piano prevede alcuni elementi di novità che tuttavia non appaiono risolutivi delle criticità evidenziate». In pratica le correzioni di rotta suggerite dal Ministero della Salute, prima del via libera alla riforma, sono state ignorate o lasciate ai margini. La frontiera, quindi, rimane chiusa: «Permane un’eccessiva frammentazione dell'offerta ospedaliera siciliana – scrive Renato Botti, Direttore generale della Programmazione sanitaria al Ministero –e questa comporta, tra l'altro, la difficoltà di individuare reti per le patologie complesse che rispondano ai requisiti di efficienza». Polverizzazione, disarticolazione. Chiavi di lettura che richiamano il processo di formazione della rete ospedaliera, disegnato secondo una logica clientelare, usata come un bisturi dai vari deputati dell'Ars, più inclini a difendere le “botteghe” elettorali piuttosto che esaltare una riforma organica. I Ministeri contestano la scelta di dare linfa a strutture pubbliche e private con una sola specializzazione (psichiatria e punti nascita) e incapaci di rispettare il numero di interventi stabilito da Roma. Un altro punto debole del Piano è riconducibile all’assenza di tempi certi per la conversione degli ospedali in presìdi con ruoli assistenziali e la revisione dei posti letto per acuti. Due pilastri che non emergono dalla nuova rete sanitaria, lasciando così un vuoto transitorio senza prospettive definite. Come se non bastasse non sarebbe chiara neanche la distribuzione dei posti letto per “acuti”, né sarebbero indicati gli ospedali da declassare. I due Ministeri bocciano anche l'ipotesi di garantire la sopravvivenza di alcuni ospedali (Barcellona, Giarre, Ribera, Salemi, Mazzarino, Leonforte e Scicli). Una scelta che «metterebbe a rischio la sicurezza dei pazienti». Altri rilievi riguardano la riorganizzazione del “118” e i cosiddetti Pta (Punti territoriali d’assistenza) che «non possono coprire attività di emergenza-urgenza». Ma al di là della bocciatura tecnica, che riflette tutti i vizi di una classe politica quasi irredimibile, l’ennesima stangata al governo siciliano segue il senso unico tracciato a Roma. Il governo Renzi sta facendo rapidamente terra bruciata attorno a Crocetta, stracciando i punti qualificanti della sua gestione. Di fatto la Regione è commissariata. Manca solo l’atto ufficiale.

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