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Sindaci “prigionieri”
delle previsioni

 Basta con la dittatura del maltempo e il regime dei meteorologi che con le loro “palle di vetro” paralizzano le città, vincolando la vita quotidiana alle correnti siberiane o africane. «Anche perché i cittadini, giustamente arrabbiati – afferma il sindaco di Catania Enzo Bianco – potrebbero prendersela con chi non ha responsabilità, ossia l’Amministrazione comunale». È un copione che si ripete, facendo leva sulla cattiva coscienza di un Paese che ha violentato il suo territorio a tal punto da trasformarlo in pericolosa minaccia. Così il bollettino meteorologico cala sulle città come una saracinesca, innescando una spirale che non ammette contromisure ma solo “inchini” istituzionali. L’ennesimo allarme rosso ha costretto gli amministratori di molti comuni siciliani a chiudere le scuole, salvo poi scoprire che ieri a Catania, per esempio, c’era un sole estivo. Ma - rileva il sindaco della città etnea - il sistema non funziona, serve una sterzata. Ieri Bianco, come molti suoi colleghi della provincia di Messina, ha sospeso l’attività didattica in seguito ad un allarme rosso della Protezione Civile. «Il sole di ieri mattina ha confermato che i dubbi espressi dall’Amministrazione erano assolutamente fondati. Avevamo sottolineato – ricorda – come non si potesse non sospendere l’attività didattica, visto che la Protezione civile aveva classificato l’allerta meteo con il codice rosso; ma si evidenziava anche che alcune previsioni parlavano di un aggravamento delle condizioni atmosferiche soltanto in serata». Un rapido calcolo ci consegna un dato emblematico; l’incidenza del desunto maltempo ha trasformato la Sicilia in una regione estrema: «Dall’inizio dell’anno a oggi – ha aggiunto Bianco – la Protezione civile regionale ha lanciato oltre 70 segnali di allerta, con codici dal giallo al rosso e questo non è possibile. Ecco perché ho chiesto al responsabile nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio e a quello regionale, Calogero Foti, di venire qui il 12 novembre per incontrare tutti i sindaci della Città metropolitana e chiedere un sistema che funzioni meglio». Non è la prima volta che il sindaco di Catania mette in discussione il regime dei meteorologi. Già il 20 ottobre scorso, il giorno prima della bomba d’acqua che ha colpito la città etnea, Bianco aveva insinuato dubbi, sottolineando come fosse fondamentale creare una regola univoca a livello nazionale: «Occorre stabilire in maniera chiara e precisa le procedure da seguire in base al colore dell’allerta meteo, migliorando questo sistema largamente imperfetto».

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