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De Luca "Io parte lesa"

De Luca "Io parte lesa"

"Sono la parte lesa. Sostengo il lavoro dei magistrati". Vincenzo De Luca passa subito al contrattacco in una conferenza stampa dopo la notizia di ieri sera che è iscritto nel registro degli indagati insieme ad altre 6 persone per concussione in relazione alla vicenda della sua sospensione da governatore per l'applicazione della legge Severino, sospesa per l'accoglimento di un suo ricorso. Secondo i pm De Luca sarebbe stato minacciato, da alcuni indagati nella vicenda, di una decisione del tribunale civile di Napoli a lui sfavorevole se non avesse provveduto, è stato scritto nel capo di imputazione, ad una nomina nella sanità campana. E' su questo filone che verte l'inchiesta della procura di Roma. Il Pd mostra comunque tranquillità: "L'iscrizione è un atto dovuto", trapela dai vertici Dem. Intanto il braccio destro di De Luca Carmelo Mastursi si è dimesso dalla segretaria campana del Pd. Il 29 De Luca aveva chiesto di essere ascoltato a Roma.

La conferenza - "Sostengo pienamente l'azione della magistratura" e la invito ad andare avanti", ha detto De Luca. "Io sono parte lesa in questa vicenda, io e l'istituzione che rappresento. Nono sono a conoscenza di nulla". "Da Napoli - ha aggiunto - lanciamo la sfida della trasparenza, della correttezza e del rigore amministrativo. Noi e il partito in cui milito siamo protagonisti di questa sfida e non arretreremo di un passo".

Sono 7 gli indagati della procura di Roma nell'inchiesta che coinvolge Vincenzo De Luca. Con il governatore sono iscritti tra gli altri con l'accusa di concussione per induzione, il giudice Anna Scognamiglio e l'ex capo segreteria di De Luca, Carmelo Mastursi. Tutti, tranne De Luca, sono stati perquisiti il 19 ottobre. Il Csm interverrà sul giudice indagato che sostiene di non conoscere il governatore. 

La vicenda

La bufera sul Presidente della Regione Campania si abbatte in serata con la notizia che la Procura di Roma ha indagato per l'ipotesi di corruzione in atti giudiziari Anna Scognamiglio, uno dei giudici del Tribunale civile di Napoli che, lo scorso 22 luglio, confermando una precedente decisione del giudice monocratico, ha accolto il ricorso di De Luca, contro la sospensione dall'incarico di Governatore per l'applicazione della legge Severino. Nella stessa inchiesta è indagato, per l'ipotesi di reato di induzione alla corruzione, il capo della segreteria di De Luca, Nello Mastursi, che ieri si è dimesso da tale incarico.

De Luca interviene a tarda sera e, nel dichiarare la sua estraneità, dice che è sua intenzione "fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando". "Ho già dato incarico al mio avvocato - aggiunge - per chiedere di essere sentito dalla competente autorità giudiziaria. Per me, come per ogni persona perbene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non un problema. E su questo, come sempre lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza".

L'iscrizione di De Luca nel registro degli indagati può essere stata fatta senza che il Governatore ne sia al momento a conoscenza. Nell'inchiesta sarebbero indagati anche il marito del giudice Scognamiglio, Guglielmo Manna, in relazione a una sua richiesta di passaggio da un'Asl ad un'altra e ad un suo presunto collegamento con la sentenza emessa dal collegio di cui faceva parte la moglie. Da quanto si è saputo a Napoli, tale passaggio non è mai avvenuto. L'inchiesta era stata avviata a Napoli sulla base di una segnalazione ed è stata successivamente trasferita dalla Procura partenopea a quella di Roma, che è competente a svolgere le indagini sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Napoli. La stessa Procura capitolina nei giorni scorsi ha delegato la Polizia a perquisire l'abitazione di Mastursi.

La sentenza al centro dell'inchiesta romana è quella con la quale la prima sezione civile del Tribunale di Napoli ha confermato quanto già deciso il 2 luglio dal giudice monocratico Gabriele Cioffi, ilquale aveva congelato la sospensione di De Luca dalla carica di Governatore che era stata disposta con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in base alla legge Severino. La sospensione era relativa a una condanna a un anno di reclusione per abuso di ufficio inflitta a De Luca quando era sindaco di Salerno. Il collegio aveva accolto il ricorso presentato dai legali di De Luca e aveva inviato gli atti alla Corte Costituzionale sospendendo il procedimento sul merito fino a quando la Consulta non si sarà pronunciata sui presunti profili di incostituzionalità ravvisati nella legge Severino.

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