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Musulmani in piazza,
"Not in my name"

Musulmani in piazza,

 Tra i primi ad arrivare con il suo gruppo Nasir Karim, presidente dell'associazione Tre Mondi di Spoleto (Perugia) per il dialogo religioso e culturale. "A Spoleto musulmani e cristiani già il giorno dopo gli attentati hanno pregato assieme in solidarietà con le vittime di Parigi e per condannare questi assassini vili che non hanno nulla a che fare con la nostra religione - ha detto Karim, marocchino di nascita e con la nazionalità italiana, sposato da 20 anni con un'italiana -. Ciò che stiamo vivendo oggi non è una questione di religione anche se veste di religione. E' una questione di petrolio, del Dio denaro: chi li arma, chi li sostiene questi terroristi? Le religioni non trasformano gli uomini in criminali. Non solo gli occidentali sono colpiti dal fanatismo cieco, anche il Marocco negli anni passati lo è stato ad esempio".

Per tutte le vittime di terrorismo è stato osservato un minuto di silenzio all'inizio della manifestazione 'Not in My Name' a Roma. Dal palco del sit in in piazza Santi Apostoli, è stata espressa "condanna netta contro tutti i terrorismi, quelli di Parigi sono stati drammatici. Noi siamo pronti per collaborare con le istituzioni per difenderci".

"I musulmani onesti denunciano l'abuso della nostro religione per la violenza". Lo dice l'Imam Pallavicini, vicepresidente del Coreis, Comunità religiosa islamica italiana, tra i promotori della manifestazione "Not In My Name".

"Il messaggio è chiaro: il terrorismo non può continuare a colpire ovunque in nome dei musulmani. Da Roma vogliamo che tutto il mondo ci ascolti". Così il segretario del Centro islamico della Grande Moschea della capitale Abdellah Redouane sintetizza il senso di "Not in My Name".

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