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A piedi nudi... nella Storia

A piedi nudi... nella Storia

A piedi nudi sotto la pioggia, nel fango. Felici. Assiepati uno dietro l’altro, quasi uno “dentro” l’altro: il più grande a custodire il piccino. Con quelle testoline a sporgersi per vedere l’Uomo in Bianco, con quello sguardo consapevole d’essere parte di un Evento. I bambini che hanno atteso a Nairobi l’arrivo di Papa Francesco probabilmente non hanno compreso del tutto l’eccezionalità della Storia che per un attimo s’è affacciata in questo lembo d’Africa. Probabilmente non sono riusciti neppure a sentirlo parlare l’Uomo in Bianco. E se l’hanno sentito, probabilmente non hanno inteso del tutto il significato “rivoluzionario” del suo discorso. Probabilmente quei bambini, però, ricorderanno un giorno d’essere stati parte di questo Evento, di un Evento della Storia che pure il loro Paese ha vissuto. Chissà, probabilmente, magari su una carretta del mare, un giorno sbarcheranno in un’isola europea del Mediterraneo con una laurea inutilizzata in tasca e troveranno un lavoro nei campi d’Europa a raccogliere pomodori. Probabilmente resteranno lì, nel cuore nero dell’Africa violenta che però vuole rialzarsi, ritrovare dignità, risentirsi “popolo” dopo guerre fratricide, colpi di stato e carneficine. Probabilmente quei bimbi non ce la faranno, resteranno a piedi scalzi anche da adulti, o forse adulti non riusciranno a essere mai. Probabilmente... tutto. Un fatto però oggi sembra certo. Non potranno essere terroristi o uomini di guerra dopo aver visto l’Uomo in Bianco, dopo essere stati partecipi di quest’Evento. Ecco, è il miracolo di Francesco.

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