"La previsione, diffusa ieri, di una crescita annua dello 0,7% riferita ai dati trimestrali equivarrebbe a una stima dello 0,8% in termini di variazione Pil annuale non corretto per gli effetti calendario detto Pil grezzo". Lo precisa l'Istat sui dati diffusi ieri che davano una crescita dello 0,7% al quale vanno aggiunti però 3 giorni lavorativi in più, cioè +0,1 punti percentuali.
"Come indicato nella Nota diffusa ieri dall'Istat - spiega l'Istituto in una nota - la previsione della variazione del Pil nel quarto trimestre 2015 è calcolata su dati depurati degli effetti stagionali e di calendario (questo ultimo definito anche effetto del numero di giorni lavorativi). Per tale motivo la stima di una crescita media annua dello 0,7% nel 2015 non è immediatamente confrontabile con la previsione formulata dal governo, pari a +0,9%, come invece messo in evidenza dalla stampa di oggi.
La stima consuntiva della variazione del Pil annuale nel 2015 sarà diffusa dall'Istat il prossimo 1° marzo. Tale stima è compilata considerando gli aggregati effettivi, indipendentemente dal diverso numero di giorni lavorativi presenti nell'anno. In altri termini, essa non è corretta per gli effetti di calendario. In particolare, un numero di giorni lavorativi maggiore (nel 2015 se ne riscontrano 3 in più rispetto al 2014) ha un impatto positivo sul Pil. Sulla base delle regolarità empiriche registrate in serie storica si può stimare che 3 giorni in più abbiano un effetto al rialzo dell'ordine di +0,1 punti percentuali. Da questo punto di vista, si può considerare che la previsione, diffusa ieri, di una crescita annua dello 0,7% riferita ai dati trimestrali - conclude Istat - equivarrebbe a una stima dello 0,8% in termini di variazione Pil annuale non corretto per gli effetti calendario detto PIL grezzo".
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