Lunedì 23 Dicembre 2024

Uccisa in casa, arrestato il figlio

Uccisa in casa, arrestato figlio

Cosa sia esattamente successo la mattina del 28 dicembre in quel casolare sulle colline di Città di Castello è ancora avvolto dal riserbo delle indagini, ma dalla tarda serata di ieri Federico Bigotti è in carcere per avere ucciso la madre, Anna Maria Cenciarini, casalinga di 55 anni. I carabinieri hanno infatti arrestato il ventunenne per l'omicidio della donna che sarebbe avvenuto al termine dell'ennesima lite fra i due. E' quanto si ipotizza nell'ordinanza di custodia cautelare a carico del giovane, che è anche accusato di maltrattamenti in famiglia. Le liti sarebbero state legate in particolare al fatto che il ventunenne non usciva più di casa da tempo e non cercava un lavoro. Di "quadro di disagio" ha parlato uno dei difensori di Federico, l'avvocato Vincenzo Bochicchio. Decisivi per l'arresto sembrano essere stati i primi risultati dell'autopsia dalla quale è emerso che la donna è stata colpita alle spalle, in cucina, mentre era in pigiama, sola in casa con il figlio. Ferita, mortalmente, alla gola, ma con lesioni anche al petto e alle mani, forse per un disperato tentativo di difesa. Fendenti, una decina, che l'hanno raggiunta anche quando forse era già a terra nel casolare di famiglia nella frazione di Varesina. Bigotti aveva sostenuto di essersi trovato in camera sua quando aveva sentito un urlo provenire dalla cucina. Qui - secondo la sua versione - aveva visto la madre colpirsi con un coltello e urlargli contro "vai via". A quel punto era tornato in camera avvertendo il padre, uscito di casa per recarsi a lavorare come meccanico, come il fratello che vive per conto suo. E i due avevano dato l'allarme. Una versione, questa, apparsa subito inverosimile agli investigatori: il giorno dopo il ritrovamento del corpo, il figlio più piccolo della donna era stato indagato per omicidio. Un giovane, Federico, che sognava di fare il calciatore o l'attore comico, con alle spalle piccoli precedenti legati all'hascisc di cui avrebbe fatto uso anche a ridosso del delitto. Nella tarda serata di ieri è stato prelevato dai carabinieri a casa del fratello e condotto nel carcere di Perugia. "E' terrorizzato, sotto choc", hanno detto oggi i suoi difensori, gli avvocati Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni. "Valuteremo - ha aggiunto l'avvocato Bochicchio - di far entrare in carcere uno psichiatra di nostra fiducia per valutare le condizioni. Il nostro assistito ha infatti bisogno di aiuto".

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