Domenica 05 Maggio 2024

Processo Aemilia, nuovo sequestro di beni

Aemilia

Il Gup Francesca Zavaglia ha disposto un nuovo sequestro di beni agli imputati rinviati a giudizio il 21 dicembre nel processo di 'ndrangheta Aemilia, accogliendo la richiesta di enti territoriali costituiti parte civile nell'udienza preliminare: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Reggio Emilia e alcuni comuni reggiani. Si tratta di sequestri conservativi, a tutela delle ragioni creditorie delle parti, che si aggiungono ai sequestri preventivi già eseguiti. In favore della Regione Emilia-Romagna, assistita dall'avv. Alessandro Gamberini, il sequestro è per la complessiva somma di un milione nei confronti degli imputati contro cui è costituita; per la Provincia di Reggio Emilia, rappresentata dall'avv. Salvatore Tesoriero, su tutti i beni indicati nell'istanza, fino alla concorrenza di 500mila euro; per ciascuno dei Comuni, Reggiolo, Gualtieri e Bibbiano (tutelati sempre da Tesoriero), Montecchio e Brescello, difesi dall'avv. Federico Fischer, fino a 150mila euro ciascuno.

Il Gup a dicembre ha rinviato a giudizio 147 imputati, con processo che inizierà a marzo davanti al tribunale di Reggio Emilia, mentre per altri 71 è in corso l'abbreviato a Bologna. Il sequestro conservativo chiesto dalle parti civili, con parere favorevole dei Pm, riguarda chi andrà a dibattimento. In particolare si tratta dei beni di Michele Bolognino, considerato uno dei capi dell'associazione di tipo mafioso contestata dalla Dda, dell'imprenditore edile Augusto Bianchini e la moglie Bruna Braga, poi di Antonio Valerio, Gaetano Blasco, Palmo e Giuseppe Vertinelli, Vincenzo Mancuso, Antonio Cianflone, Francesco Matacera, Gianni Floro Vito, Carmine Belfiore e Alessandro Bianchini. Il sequestro è stato concesso sui beni indicati nelle istanze, ad eccezione del patrimonio aziendale, delle quote societarie e dei conti correnti della società Antichi Sapori Srl, per cui c'era stato un annullamento da parte del tribunale del Riesame. Per gli altri beni, il giudice osserva come siano "intestati a soggetti terzi, già ritenuti prestanome degli imputati, con ciò questi ultimi manifestando di essere in grado, anche tramite plurime intestazioni fittizie, di disperdere la garanzia patrimoniale".

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