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Indizi su nono pianeta nel Sistema Solare

Indizi su nono pianeta nel Sistema Solare

Il misterioso ed enigmatico nono pianeta del Sistema Solare potrebbe esistere davvero. La pubblicano sull'Astronomical Journal i 'cacciatori di pianeti', Michael Brown e Konstantin Batygin, entrambi dell'Istituto Californiano di Tecnologia (Caltech). Il pianeta non è stato ancora visto e non si può quindi parlare di scoperta, ma "questi nuovi calcoli sono più solidi rispetto a quelli fatti in passato", ha detto all'Ansa Alessandro Morbidelli, dell'Osservatorio della Costa Azzurra, a Nizza. Per l'astrofisico Gianluca Masi, del Virtual Telescope, è "un risultato interessante e suggestivo, ma la risposta definitiva potrà darla soltanto la scoperta". I calcoli di Brown e Batygin riguardano le orbite, stranamente allineate, di sei piccoli corpi celesti che si trovano oltre l'orbita di Nettuno, nella fascia di Kuiper. E' la stessa area in cui si trova Plutone, nono pianeta del Sistema Solare fino all'agosto 2006 e declassato a pianeta nano.

Una bocciatura del quale era stato responsabile lo stesso Brown, dopo aver scoperto un altro pianeta nano dalla massa superiore a quella di Plutone, Eris. I calcoli hanno escluso che il raggruppamento delle orbite potesse essere causale: la probabilità che fosse così era di appena lo 0,007%, o 1 su 15.000. La simulazione suggerisce invece la presenza di un grande corpo celeste, delle dimensioni di Nettuno e con una massa pari a dieci volte quella della Terra, distante dal Sole fra 200 e mille Unità Astronomiche (vale a dire fra 200 e mille volte la distanza che separa Terra e Sole, pari a circa 150 milioni di chilometri). Se il Pianeta Nove esistesse davvero, quindi, sarebbe un mondo ghiacciato e lontanissimo, che si sposta lentamente lungo un'orbita ellittica che lo tiene per la maggior parte del tempo molto distante dalla sua stella. A spingerlo tanto lontano sarebbero stati gli altri pianeti durante la loro formazione, avvenuta circa 4,5 miliardi di anni fa. Gli stessi autori dei nuovi calcoli sono consapevoli che la loro non è ancora una scoperta: "Finchè non ci sarà un'individuazione diretta - ha detto Brown alla rivista Science - la nostra resta un'ipotesi, anche se un'ipotesi potenzialmente buona".

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