Mobilitazione in cento piazze a favore dei diritti del mondo lgbt, #SVEGLIATITALIA, lanciata da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit in occasione dell'inizio della discussione al Senato del ddl sulle unioni civili: "scenderemo in piazza accanto a un pezzo importantissimo della società civile: associazioni, istituzioni, partiti, sindacati, liberi cittadini e cittadine hanno aderito in massa all'appello e annunciato la propria presenza ai presidi. Tutti assieme realizzeranno un flashmob, portando con sé sveglie e orologi con suoneria per sincronizzarli e suonare la sveglia al nostro Paese".
"Siamo rimasti l'unico paese dei 28 senza una disciplina sulle unioni civili, è fondamentale che si chiuda cercando il più possibile di ascoltarsi e rispettarsi ma poi si sappia che ad un certo punto si vota e sui temi etici ci sarà libertà di coscienza come doveroso che sia. Il compromesso non è lo strumento per non arrivare a chiudere. Sono giuste tutte le posizioni ma si sappia che per il Pd la riforma è irrinviabile". Matteo Renzi, alla direzione del Pd, ribadisce la determinazione a chiudere sulle unioni civili.
Roma
E' gremita la piazza del Pantheon a Roma, con tanti slogan e bandiere della realtà Lgbt racchiusa nelle sigle dell'arcobaleno. Tra gli slogan più ascoltati c'è quello contro la mediazione sul ddl Cirinnà, per l'uguaglianza dei matrimoni tra le coppie. Tra i presenti il cantante Scialpi, che partecipa alla manifestazione insieme a suo marito.
Milano
Sono oltre un migliaio i cittadini che si sono ritrovati in piazza della Scala. Ci sono anche i candidati sindaci alle primarie del centrosinistra, Francesca Balzani, Giuseppe Sala e Pierfrancesco Majorino. Previsto alla manifestazione anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
Torino
Una folla di almeno 7.000 persone ha gremito oggi piazza Carignano a Torino. Tra i primi a parlare, dal palco con lo striscione con la scritta 'Difendiamo i nostri figli, ma anche i vostri', è stato il sindaco di Torino, Piero Fassino.
Firenze
Oltre 1.50 in piazza della Repubblica, in centro a Firenze. All'iniziativa prendono parte anche sindaci e assessori di alcuni Comuni del territorio (tra i quali Firenze stesso, presente con 4 componenti di giunta), ed il presidente della Regione Enrico Rossi. Sono state annunciate iniziative in contemporanea anche ad Arezzo, Lucca, Massa, Pistoia, Viareggio e Livorno. Proprio in quest'ultima città si è svolto un corteo che partito da piazza Attias ha raggiunto piazza del Municipio dove e' stata consegnata alla vicesindaco Stella Sorgente la bandiera rainbow.
Bologna
Alcune migliaia di persone hanno manifestato, anche a Bologna, in piazza del Nettuno, per chiedere al Senato di approvare il ddl Cirinnà sulle unioni civili. In piazza anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, insieme a numerosi esponenti del Pd e di Sel.
Cagliari
Anche a Cagliari "Svegliati Italia". Centinaia di persone, fra i quali anche il sindaco, Massimo Zedda, si sono riunite sulla scalinata della Basilica di Bonaria, dove è stata srotolata la bandiera arcobaleno, per partecipare al Flash mob come previsto in altre 97 città d'Italia.
Cirinnà, il Papa? a ognuno il suo mestiere - "Il Papa fa il suo mestiere, il Parlamento anche", comunque "non è tempo di guerre tra cattolici e laici, c'è la maggioranza per approvare la legge". Lo afferma in un'intervista alla Stampa la senatrice del Pd Monica Cirinnà, relatrice del testo sulle unioni civili, commentando il monito del pontefice a non confondere il matrimonio con altri tipi di unione. "È un pronunciamento che qualifica il dibattito. Il Papa va ascoltato e non commentato. Per anni le unioni civili sono rimaste ai margini della discussione pubblica. Ora è il Paese intero che ne parla e questo è un bene. Siamo nel momento decisivo, siamo pronti per l'aula, abbiamo gli emendamenti e sono tutti degni di rispetto. È in corso un tentativo di dialogo, abbiamo una settimana di tempo per valutare i miglioramenti al testo, ma non per stravolgerlo. Le unioni civili sono una realtà nella società, devono anche diventarlo all'interno del nostro ordinamento. Ci siamo ormai", sottolinea. "Il Pd e la maggioranza che sostiene il ddl accoglieranno emendamenti utili", spiega. "È cresciuta la sensibilità sul tema, al pari della convinzione che la legge si deve fare. Il Parlamento ha i numeri per colmare il ritardo imperdonabile per il quale l'Italia è stata condannata dalla Corte europea e invitato a porre al più presto rimedio. Risolveremo la questione della genitorialità. La 'stepchild adoption' non è uno scoglio insormontabile. Tutti i contributi vanno valutati senza pregiudizi. Così anche le nostre proposte. In un clima sereno".
No di Fi al ddl Cirinnà, rimane la libertà di coscienza - La linea di Fi è: no al ddl Cirinnà anche se rimane la Libertà di coscienza sulle unioni civili: lo ribadiscono i capigruppo di Fi di Senato e Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta, manifestano in vista delle votazioni a palazzo Madama sul ddl Cirinnà.
Resta la sfida dei Cattodem sulle Unioni Civili che si traduce anche negli emendamenti al ddl depositati in Senato. Seimilacento, di cui cinquemila della sola lega, una sessantina del Pd e nove dell'ala cattolica Dem. Tra questi restano i due, annunciati nei giorni scorsi, sulla trasformazione della stepchild adoption in "affido rafforzato" e sul "divieto della pratica di surrogazione di maternità" realizzata da un cittadino italiano all'estero introdotto, nella proposta di modifica, all'art.4 del ddl. Rispetto a quanto annunciato non si prevede, né per chi realizza la maternità surrogata né per chi la organizza, alcun inasprimento delle pene.
La riduzione al minimo di qualsiasi rimando alle sezioni del codice civile che disciplinano il matrimonio. E' quanto si prevede in tre emendamenti Pd, a prima firma Lumia, agli articoli 2 e 3 del ddl unioni civili nei quali i diritti e i doveri connessi all'unione civile vengono esplicitati per esteso. Gli emendamenti intervengono, in particolare, sulle cause impeditive dell'unioni civile ex comma 4 dell'articolo 2 del testo, sulle cause di annullamento ex comma 3 articolo 3 e sul regime patrimoniale.
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